I giornali inglesi massacrano la squadra di Ten Hag dopo la sconfitta col Bayern e l’esclusione dall’Europa (anche dall’Europa League)
Manchester United che tenerezza: contro il Bayern una eutanasia sportiva (Guardian)
Ultimo nel girone di Champions, quando in teoria doveva lasciarsi dietro Copenaghen e Galatasaray. Fuori da tutte le coppe. E quindi in Inghilterra è cominciato l’ennesimo processo al Manchester United. Barney Roonay sul Guardian fa a pezzi la squadra di ten Hag. Scrive che la sconfitta con il Bayern Monaco “è sembrato un atto gentile, persino tenero, di eutanasia sportiva”.
“La buona notizia per Erik Ten Hag alla fine è che i giocatori dello United non si sono sdraiati e non sono morti all’Old Trafford. Invece si sono rialzati e sono morti, correndo forte e creando una sorta di simulacro di una squadra d’élite funzionante. Questo non è un gruppo di giocatori in rivolta o svuotati di spirito. Sembravano quello che sono, una creazione confusa, cucita insieme a ritagli. Nel secondo tempo la difesa a cinque dello United era André Onana, Aaron Wan-Bissaka, Jonny Evans, Raphaël Varane e Diogo Dalot, una raccolta del tutto casuale di giocatori ingaggiati, in momenti diversi, da Ten Hag, José Mourinho, Ole Gunnar Solskjær e Alex Ferguson. Presumibilmente Daley Thompson, Michael Portillo e Howard dei Take That erano occupati”.
“Gli anni ’90 furono un decennio infernale – scrive il Guardian – Sono ancora qui intorno”. Poi più seriamente: “lo United di Ten Hag ha fatto probabilmente la peggiore prestazione di qualsiasi squadra inglese nella fase a gironi della Champions League. OK, non sono i Blackburn Rovers. Ma qui ci sono punti extra per il pedigree dello United”.
“Ten Hag ovviamente si prenderà la colpa per l’uscita anticipata e sono stati commessi molti errori, non ultimo nei giocatori che l’allenatore ha potuto ingaggiare. In realtà valutare il lavoro che qualunque allenatore dello United fa con questa squadra comporta l’applicazione di una serie di filtri. Essere manager dello United significa assumere tre ruoli simultanei. Per prima cosa devi gestire il passato, che è costantemente presente e che distorce ogni atto, risultato e aspettativa. In secondo luogo è necessario gestire la disfunzione del presente, che si esprime in ogni dettaglio, dal tetto di uno stadio che perde ai mali profondi di una squadra popolata di squatter e passi falsi a lungo termine”.
Allenare “durante un incessante circo di prese di potere mentre i fuoriclasse tengono il broncio e danno ordini contro di te, mentre il fantasma del padre di Amleto si nasconde ancora nelle grondaie”, insomma, non è un granché.
Il Telegraph si concentra su Harry Kane, che “ha chiuso con più assist all’Old Trafford di quanti Bruno Fernandes abbia gestito in tutta la stagione”. E questo è solo l’attacco del pezzo. Ha “eclissato il capitano dolorosamente inefficace del Manchester United. Ecco quanto è diventato profondo il divario tra queste superpotenze europee”.
“Con Kane, il Bayern Monaco ha un tiratore così letale che a metà novembre aveva battuto il record di gol della Bundesliga della scorsa stagione. Lo United, invece, si accontenta di Rasmus Hojlund, un attaccante che dopo quattro mesi è ancora senza gol in Premier League”.
La realtà è che “lo United non ha più la stessa attrazione di una volta per un talento della statura di Kane”.
“C’è poco da addolcire la pillola per lo United di Erik ten Hag. Ultimi nel girone di qualificazione? Non è un risultato che lo United dovrebbe tollerare docilmente”.