L’attrice dice: «Credo di aver toccato un nervo scoperto». Il Nyt: “proprio nel momento in cui il dibattito pubblico è incentrato sulla violenza alle donne”
Paola Cortellesi e lo straordinario successo del film “C’è ancora domani” approdano sul New York Times che dedicano un articolo al film e al fenomeno che ha incarnato e incarna. Ancora in questi giorni “C’è ancora domani” è al primo posto delle quotidiane classifiche di incassi. È arrivato a 28,7 milioni di spettatori, sfonderà la barriera dei trenta. Ha già superato Oppenheimer e punta Barbie.
Scrive il New York Times:
Il debutto alla regia di Paola Cortellesi accende il dibattito sulle violenze familiari e sui diritti delle donne. È anche diventato uno dei film di maggior incasso in Italia.
Questa settimana è diventato uno dei 10 film di maggior incasso del paese di sempre.
Il Nyt riporta le dichiarazioni di Cortellesi: «Certamente, sono sorpresa. È un buon film, e sono soddisfatta di quello che ho fatto». Ha attribuito la popolarità del film all’«aver toccato un nervo scoperto nel paese».
Ricorda il quotidiano che il film – che riesce ad essere allo stesso tempo straziante ed edificante – è arrivato in un momento in cui la violenza, il femminicidio e i diritti delle donne hanno dominato il discorso pubblico dalla morte il mese scorso di una studentessa di 22 anni, Giulia Cecchettin, un caso in cui il suo ex fidanzato è indagato per il suo omicidio.
Chiara Tognolotti, docente di Storia del cinema italiano all’Università di Pisa, dice
il film esplora la tensione tra la “struttura patriarcale che permea la società italiana” e il desiderio di riconoscere l’importanza del ruolo sociale delle donne, “che di fatto esiste già” ma non è sempre riconosciuto.
Al di là del boom al botteghino, “C’è ancora domani” è decollato in altri modi che Cortellesi non avrebbe potuto immaginare.
È stato mostrato al Senato in occasione della Giornata internazionale delle Nazioni Unite contro la violenza sulle donne. Quella settimana, più di 55mila studenti adolescenti hanno visto il film nei cinema di tutta Italia, seguito da una sessione di domande e risposte in diretta streaming con Cortellesi e alcuni attori del cast. E gli insegnanti di tante scuole hanno scritto Cortellesi per dire che hanno portato le loro classi a vedere il film.
Il Nyt sente anche Elena Biaggioni, vice presidente di D. i. Re, rete nazionale anti-violenza gestita da associazioni femminili.
Cortellesi ha deliberatamente scritto il ruolo del marito violento come un perdente – “spaventoso, ma anche sciocco, perché è un idiota” – in modo che non fosse qualcuno a cui i giovani possano guardare. «Non poteva esserci nemmeno il minimo rischio che i ragazzi volessero emularlo», ha detto. Quando lo vedono, devono dire: “Voglio essere tutt’altro”, perché non ha fascino».