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Ligue 1: la singolare protesta dei tifosi del Lorient contro la squadra

400 kg di pesce marcio davanti al centro sportivo e lo striscione: “Marcio come voi”.

Ligue 1: la singolare protesta dei tifosi del Lorient contro la squadra

Il Lorient occupa l’ultima posizione nella classifica della Ligue 1. Dopo l’ultima pesante sconfitta contro il Brest per 4-0, i tifosi hanno messo in atto una protesta piuttosto singolare, esasperati anche dalle misure restrittive del governo francese.

Il gruppo “Ultras 1995-Kop Sud Fc Lorient 1926” ha portato davanti al cancello del centro sportivo della squadra 400 kg di pesce marcio, accompagnando il tutto con lo striscione: “Marcio come voi”.

Poi il comunicato:

“Ultima partita dell’anno 2023 e trasferte vietate. Dopo la nuova vergognosa sconfitta (per usare un termine carino) della nostra squadra, abbiamo organizzato un’azione dimostrativa: 20 componenti del gruppo hanno portato 400 chili di pesce avariato davanti al cancello del centro sportivo. Possano le persone non interessate e che non rispettano l’istituzione essere molto turbate, sperando che vadano lontano dal nostro club”.

 

In Francia i tifosi stanno lottando anche con i numerosi divieti di trasferte.

Il parere di So foot:

Ci si chiede come evolverà la situazione. Al momento, infatti, i divieti delle trasferte sono previsti fino al 18 dicembre, giorno della riunione dell’organismo nazionale che si occupa delle tifoserie. Se l’organismo (Ins) vuole riunire tutti i protagonisti, istituzionali, sportivi e associativi (gruppi ultras) coinvolti, il suo ruolo resta consultivo. E visto il clima generale, incentrato sulla repressione, ci sono seri dubbi sul fatto che il dibattito possa essere costruttivo.

Ci vorrebbe una vera e propria rivoluzione copernicana per allontanarsi dal principio di partenza: “nei nostri stadi non c’è posto per la violenza”. Come può un fenomeno di tale importanza (culturale, economica e politica) come il calcio purtroppo sfuggire alle tensioni sociali e ai comportamenti violenti che esse inducono? Prevenirli, controllarli, punirli: ovviamente. Dire semplicemente “non si fa”, non risolverà il problema. Quindi che si fa? Di fronte alla complessità e alla diversità delle cause della violenza dentro e intorno agli stadi, nonché ai profili dei responsabili, come si porranno coloro che sono coinvolti (compresi i gruppi ultras)? C’è il pericolo che la soluzione proposta dal Viminale, ovvero il divieto di trasferta, diventi permanente. La soluzione più semplice e meno costosa, a quanto pare…

 

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