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Maccarani è ancora sotto processo ma torna direttore tecnico della ginnastica ritmica

Repubblica: a molte ex ginnaste resta l’amaro in bocca ma non sono sorprese. Venivano vessate psicologicamente per troppo amore

Maccarani è ancora sotto processo ma torna direttore tecnico della ginnastica ritmica

Maccarani è ancora sotto processo ma torna direttore tecnico della ginnastica ritmica.

Scrive Repubblica:

Quando il presidente Tecchi apre il consiglio della Federginnastica, i membri al tavolo rimangono sorpresi. Non erano all’ordine del giorno le sue dimissioni da direttore tecnico ad interim della sezione di ritmica e, soprattutto, la riassegnazione della carica all’allenatrice Emanuela Maccarani, già sanzionata con un’ammonizione dal Tribunale della Federginnastica per abusi psicologici e verbali a Desio e ancora sotto indagine penale dalla procura ordinaria di Monza. 

Tecchi prima dell’annuncio aveva consultato il presidente del Coni, Giovanni Malagò.

Se però dovesse andare a processo Maccarani, sarebbe un clamoroso autogol di Tecchi.

L’evolversi della vicenda lascia l’amaro in bocca a molte ex ginnaste anche se per loro non è una sorpresa. Se lo aspettava anche Daniela Simonetti, presidente dell’associazione ChangeTheGame : «È la logica conclusione di un percorso all’indietro fatto di tappe anacronistiche. Prevalgono la spinta competitiva e le Olimpiadi che incalzano».

Le motivazioni dell’ammonizione alla Maccarani

Il Tribunale della Federginnastica ha pubblicato oggi le motivazioni che hanno portato all’ammonizione di Emanuela Maccarani, allenatrice della nazionale di ginnastica ritmica.

Alcune atlete aveva accusato la Maccarani di abusi psicologici e metodi psicologici distruttivi. A fine settembre la sentenza del tribunale federale. Dal rischio radiazione, l’allenatrice è passata ad una ammonizione. Il suo comportamento è stato spiegato come “un atteggiamento di troppa generosità verso l’atleta al fine di farla performare al meglio”. Troppo amore, insomma.

Si ritiene che le espressioni utilizzate – ancorché offensive – non siano state mosse dall’intenzione di arrecare danno, ma al fine di incitare le atlete ed ottenere un maggior impegno negli esercizi. Tale conclusione appare suffragata dalla circostanza che le atlete, che più di altre venivano fatte oggetto di tali parole, erano quelle che la sig.ra Maccarani voleva rientrassero in prima squadra a seguito di infortuni, anche la tesserata Ana Basta. Nell’analizzare il comportamento della Maccarani durante gli allenamenti non vi è ragione alcuna di dubitare che abbia in più occasioni superato i limiti di correttezza e rispetto imposti dalla normativa federale, pur nella considerazione del contesto in precedenza delineato non vi sia alcun elemento che dimostri l’esistenza di un nesso eziologico tra le espressioni utilizzate dalla sig.ra Maccarani ed i malesseri subiti da alcune atlete“.

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