Entra e cambia la partita. Serve a Osimhen un pallone delizioso, tanti ne ha serviti così in passato. Eppure a volte l’ambiente dimentica
Mario Rui: ieri criticato senza motivo (come Meret oggi), adesso accolto come un eroe.
Il mondo è bello perché è vario. Arriva il giorno in cui Mario Rui dventa protagonista del cambio di marcia del Napoli. Va detto che non è la prima volta che avviene. Già in passato Mario Rui si era dimostrato essenziale per gli azzurri. Ma ha anche attraversato momenti che potremmo definire alla Meret: momenti in cui senza motivo era considerato il motivo di tutti gli errori della squadra. Di Mario Rui e della sua importanza spesso ci si accorge quando non c’è. Com’è successo in questo periodo.
Oggi al 59esimo è entrato e da un suo cross è nato il gol dell’1-0 di Osimhen. Quanti ne ha fatti partire di cross deliziosi da quel piedino sinistro. Troppo spesso i tifosi dimenticano, come se i calciatori fossero robot. Mario Rui stasera ha vissuto pure il boato con cui il Maradona lo ha accolto. È mancato. E si è visto. senza di lui la vittoria contro il Cagliari sarebbe stata più problematica.
Mario Rui e la maledizione delle fasce
Mario Rui, il Napoli e la maledizione delle fasce laterali. Ne ha scritto il Corriere dello Sport con Antonio Giordano.
È una storia ricorrente, che si ripete: per un bel po’, da quelle parti, il Napoli ha dovuto confrontarsi con l’emergenza, accadde dopo l’infortunio di Ghoulam e i suoi ripetuti interventi; e ancora prima, decennio scorso, immediatamente dopo l’addio di Mazzarri e l’arrivo di Benitez, fu necessario invece inventarsi un mercato last minute, a campionato in corso, che finì per costringere l’allenatore spagnolo ad aprire la propria agenda e coprire il vuoto (ma nella circostanza a destra), con Anthony Reveillere. C’è un virus sulle zone laterali…
Mario Rui tornerà nel 2024.
Rimane la lesione di medio grado del muscolo adduttore della coscia sinistra che sottrae il portoghese per un mese e mezzo e lo costringe a dare l’arrivederci al 2024. C’è un dicembre pienissimo nove partite, incluse Atalanta e Real che cadono a novembre – ci sarà pochissimo tempo per allenarsi, meno ancora per recuperare e quando la fatica rischierà di avere il sopravvento, non resterà che industriarsi: con Juan Jesus, semmai con Natan oppure adattando uno tra Zanoli e Di Lorenzo, forzatura che il Napoli vorrebbe evitare.