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Meret nello spot della Reusch: «Quando ho iniziato mio papà mi regalò dei guanti col nome di Buffon»

Il nuovo spot è da poco uscito sui social con il portiere del Napoli come protagonista che parla dei suoi primi guanti: «Penso di averli ancora a casa come ricordo»

Meret nello spot della Reusch: «Quando ho iniziato mio papà mi regalò dei guanti col nome di Buffon»
Db Napoli 08/10/2023 - campionato di calcio Serie A / Napoli-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alex Meret

Alex Meret è lo sponsor di Reusch, il principale marchio di guantoni da portiere. Il calciatore del Napoli è stato protagonista di uno spot via social, nel quale ha indossato i nuovissimi guanti Reusch ed ha raccontato il suo rapporto con questo noto brand.

Queste le parole di Meret nello spot

“Wow! Mi piace molto perché rimane molto aderente alla mano e ammortizza bene la palla. Ha anche una certa struttura, quindi fa sentire sicuri i polsi. Mi piacciono molto. Ad inizio carriera, quando non avevo ancora iniziato a fare scuola calcio, ricordo che mio papà mi regalò un paio di guanti Reusch bianchi e neri, con il nome di Gianluigi Buffon. Penso di averli ancora a casa come ricordo. Credo sia fondamentale voler raggiungere sempre nuovi obiettivi, provare a migliorarsi e fare sempre il massimo. Per riassumere: be the one!”.

MERET E’ DIVENTATO UN ASCETICO SPETTATORE

Meret ma non solo nell’analisi di Antonio Corbo sull’edizione napoletana di Repubblica.

“Nulla poteva fare per invertire i rapporti di forza al centro, compromessi già dal deludente Anguissa. La sua uscita sollecitava un cambio e non solo. Una variante tattica per arginare la Fiorentina. Il contemplativo Garcia non l’ha trovata. È difficile da realizzare se chi è costretto a subirlo non sa opporre un caparbio, metallico, indiscusso possesso palla. Ma quello era patrimonio di un altro Napoli. Questo va a dormire tra i fischi a 7 punti dal Milan capolista.

Convinto di poter sbancare anche stavolta Fuorigrotta l’indemoniato Italiano ha ordinato un forsennato pressing che il Napoli è stato costretto a subire per almeno 3 motivi. Il sottoritmo scelto dal Napoli è autolesionismo nelle condizioni di palese inferiorità atletica almeno nel primo tempo.

Per uscire dall’assedio è opportuno che difensori e centrocampisti rilancino lontano verso le punte esterne, evitando di affondare in una maldestra melina. Decisivo poi è il contributo che deve dare il portiere per esorcizzare un pressing furibondo. Farsi trovare pronto e vigile come sponda. Meret invece, diventato un ascetico spettatore, si limita ad osservare, non accorcia mai sui compagni, ed è sfortunato quando chiude male sul primo palo, lasciando passare suo malgrado il tiro angolato e affilato di Brekalo”

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