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Mourinho: «Ridicolo il Tottenham che mi cacciò prima di una finale, loro che hanno zero trofei»

«Allo United mi accusarono di bullismo per aver sostituito un calciatore dopo pochi minuti, ma i tifosi mi amano. Non decisi io di vendere Salah».

Mourinho: «Ridicolo il Tottenham che mi cacciò prima di una finale, loro che hanno zero trofei»
Mg Budapest (Ungheria) 31/05/2023 - finale Europa League / Siviglia-Roma / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Jose’ Mourinho

Il tecnico della Roma Josè Mourinho ha parlato al podcast Obi One del suo periodo in Inghilterra. Il Tottenham lo esonerò dopo 17 mesi, pochi giorni prima di giocare la finale di Carabao Cup:

«La cosa più ridicola è stata un club che ha una stanza vuota di trofei che mi licenzia due giorni prima di una finale. Il Tottenham non ha mai vinto per 50 anni. Non ricordo quando lo ha fatto».

Su Wembley Mourinho ha commentato:

«Ogni volta che sono andato a Wembley con il Chelsea ho vinto. Sono andato lì con il Manchester United tre volte, ho vinto due volte. Era uno stadio e un’atmosfera che dominavo bene, perché quando vai ad affrontare queste grandi partite devi sentirti a tuo agio, non puoi andare e sentire che lo stadio è troppo grande per te».

Sul periodo allo United ha dichiarato:

«Quando ero al Manchester United, ho cambiato un giocatore poco dopo averlo fatto entrare e sono stato accusato di bullismo. L’ho messo al minuto 45, l’ho tolto intorno al minuto 70. Ma lo feci per vincere». (È successo anche ieri a Bologna con Sanches ma ha perso e in conferenza ha detto che l’ultimo con cui l’aveva fatto era Matic, forse è Matic il calciatore cui si riferisce nel podcast).

Mourinho voleva vendere Paul Pogba e Anthony Martial, ma la dirigenza non era d’accordo:

«Ora hanno un amministratore delegato che è una persona straordinaria, che mi piacerebbe avere avuto durante il mio periodo lì, che è Richard Arnold [che ha lasciato da pochi giorni il club]. L’ho avuto come direttore commerciale, non come amministratore delegato. Non ho rimpianti perché ho dato tutto. I tifosi sanno che ho dato tutto, sanno quanto amo il club. Ci sono andato una volta con Sky, ero allo stadio come commentatore e tutti mi hanno applaudito e hanno intonato cori per me».

De Bruyne lasciò il Chelsea per il Wolfsburg nel 2014 e 18 mesi dopo passò al Manchester City. Salah andò alla Roma nel 2016. Su entrambi i giocatori Mourinho non nutre rimpianti per le situazioni che li hanno visti lasciare il Chelsea:

«Ad essere onesti, se ne sono andati perché volevano andarsene. Se ne sono andati perché non volevano aspettare. La storia dimostra che la loro scelta è stata buona perché hanno avuto le carriere che hanno e hanno raggiunto uno standard elevato, ma a volte i ragazzini prendono decisioni del genere perché non possono aspettare il loro tempo, o non hanno la pazienza di essere calmi e di aspettare il momento giusto. A volte la loro carriera va nella direzione sbagliata. Quando la gente dice che ho lasciato andare Salah, dico esattamente il contrario. Ho comprato Salah. Sono stato io a dire compra quel tizio. Stava andando dal Basilea al Liverpool, e ho lottato per farlo venire al Chelsea.

Poi il Chelsea, a un certo punto, ha deciso di vendere alcuni giocatori. È andato alla Fiorentina e alla Roma, e non sono stato io a decidere di venderlo. Consigliavo di lasciarlo andare in prestito. De Bruyne non volevo cederlo in prestito, lo volevo con me, lo dissi al club. Alla fine è rimasto con me e ha iniziato la stagione in Premier League giocando nell’undici iniziale».

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