In tanti rischiavano di perdersi l’inizio del match. L’esiguità dei tornelli da sempre è un problema. Giunto rinviare il calcio d’inizio
Napoli: file lunghissime all’esterno del Maradona. Partita rinviata di trenta minuti. Lo annuncia Dazn
A Napoli evidentemente ci sono meno tornelli che altrove, altrimenti non si spiegano le lunghe file all’ingresso a ogni partita. Oggi, poi, i cancelli sono stati aperti in ritardo a causa del forte vento che ha messo in pericolo lo svolgimento di Napoli-Cagliari. Manca poco all’inizio del match e molto probabilmente un bel po’ di tifosi non riusciranno a entrare in tempo. Dal lato dei Distinti le file arrivano fino alla strada. Altrove, soprattutto all’estero, riempiono stadi da 70-80 mila spettatori in un quarto d’ora. A Napoli è impossibile.
Per permettere a tutti i tifosi di entrare, l’ingresso della partita è stato rinviato di trenta minuti. Una decisione giusta.
Napoli-Cagliari, il forte vento ritarda l’ingresso dei tifosi al Maradona
Il fischio d’inizio di Napoli-Cagliari potrebbe essere posticipato a causa del forte vento che si abbattuto oggi su Napoli. I cancelli del Maradona sono ancora chiusi. Sky riporta che i vigili del fuoco hanno controllato la stabilità e la sicurezza dell’impianto e non dovrebbero esserci problemi.
Il vento intanto ha divelto alcune parti della copertura dello stadio Diego Armando Maradona. Le folate di vento hanno rimosso parte dei cupolini dell’impianto di Fuorigrotta. Inizialmente l’apertura dei tornelli era prevista per le 15:30, alcuni tifosi sono riusciti ad entrare, altri invece sono ancora in attesa che si aprano i tornelli. Alle 16.50 i cancelli sono stati aperti e gli spettatori hanno cominciato ad affluire lentamente all’interno. La partita tra il Napoli e il Cagliari non è a rischio rinvio.
The Athletic sullo stadio Diego Armando Maradona
Lo Stadio Diego Armando Maradona, a circa 30 minuti a ovest del centro della città tramite la metropolitana, vanta un’atmosfera formidabile ma è anche vecchio, malandato e – francamente fatiscente. Il Napoli, come la maggior parte dei club in Italia, non possiede il proprio stadio – il terreno appartiene al Comune, come spesso accade nel paese – e questo è un limite per le ristrutturazioni.
Dai tornelli arrugginiti agli ambulanti che vendono sambuca da scatole fuori terra, ci si sente un mondo lontano da uno stadio all’avanguardia.