Il figlio del “Drake” racconta: «A quei tempi il divorzio non esisteva e avere figli al di fuori del matrimonio era illegale. È un film sull’uomo Ferrari»
Piero Ferrari, figlio del leggendario Enzo Ferrari, ha raccontato un po’ della sua storia al “Foglio”, in occasione dell’uscita del film “Ferrari” di Michael Mann.
«La storia è vera e raccontata bene. Certo, i dialoghi non sono autentici, ma adattati alle esigenze cinematografiche. Però ne esce bene mio padre».
Sulla storia che il film racconta:
«È la storia solo del 1957, le tragedie di quell’anno, la morte di Castellotti e poi di De Portago, del suo navigatore e di nove spettatori alla Mille Miglia. Sono raccontate le tragedie delle corse di quei tempi, in più vengono a galla le difficoltà dell’azienda con mio padre che deve pensare al futuro mentre la moglie Laura scopre l’esistenza di una seconda famiglia con me e mia madre Lina. Un momento molto particolare della sua vita che non era mai stata descritta prima in questo modo neppure nei libri scritti da lui. Michael Mann ha portato sullo schermo un momento così difficile con grande garbo e alla fine mi fa piacere veder raccontare anche un periodo così drammatico della vita di mio padre, soprattutto perché poi sappiamo che alla fine ha vinto lui riuscendo a realizzare il suo sogno».
Sul regista del film:
«Michael Mann che è un grande regista e anche un proprietario Ferrari era venuto spesso a trovarmi negli anni. Una volta era venuto con un’altra stella come Sidney Pollack a dirmi vogliamo fare un film su Enzo Ferrari… Poi era tornato con un’altra star che avrebbe dovuto interpretare mio padre, Christian Bale. Fin dalla prima volta gli avevo detto di farmi leggere la sceneggiatura. Quando l’ho letta l’ho approvata e finalmente nell’estate del 2022 sono cominciate le riprese».
Enzo Ferrari viene interpretato nel film dall’attore americano Adam Driver:
«È venuto a trovarmi, si è informato con grande umiltà su mio padre, ha chiesto, ha preso appunti. Un grande professionista, lo ha caratterizzato bene. Non assomiglia a Ferrari, ma lo interpreta bene. E il cast alla fine è di altissimo livello con Adam Driver, Penelope Cruz, Patrick Dempsey che interpreta molto bene Taruffi e anche Shailene Woodley che è bravissima a interpretare mia madre. Anche lei ha voluto conoscermi prima di girare il film per chiedermi di mia madre, per cercare di entrare meglio nel personaggio e devo dire che c’è riuscita bene».
Nel 1957 Piero Ferrari era poco più di un bambino:
«Me li ricordo bene quegli anni perché a 12 anni cominci a frequentare le scuole medie, ad avere relazioni differenti da quelle che avevi avuto all’asilo o alle elementari. La gente sapeva che ero figlio di Enzo Ferrari, ma nessuno faceva domande. In quei tempi il divorzio non esisteva e avere figli al di fuori del matrimonio era illegale. La mia situazione non era semplice anche se nessuno me l’ha spiegata fino ad un certo punto. Però anche se tra bambini spesso si sentono dei racconti di cattiverie, nessuno dei miei compagni mi ha mai detto nulla e anzi crescendo sono rimasto in buoni rapporti con quelli con cui poi sono arrivato alla maturità. Ancora adesso ogni anno facciamo una cena di classe».
Una curiosità sulle auto che compaiono all’interno del film:
«Sono repliche che anch’io guardando il film ho avuto il dubbio che fossero autentiche. Sono riprodotte in un modo fantastico e anche il rombo dei motori è perfetto. Sembra davvero tutto autentico. D’altra parte Mann è un perfezionista e mi raccontano che spesso faccia rifare il ciak tante volte. Ma il suo Ferrari non vuole essere un film sulle corse. È piuttosto un film sull’uomo Ferrari, un film su mio padre in un momento complicato che lui ha saputo superare. Io a quei tempi avevo capito chi fosse, quando veniva a trovarci parlava sempre di auto e ogni tanto veniva a trovarmi con una macchina nuova da provare. Gli piaceva provare le sue auto. Una cosa che mi ha passato perché anche a me piace molto provare le nuove auto, anche se adesso sarà difficile scendere dal Purosangue che è un suv che però puoi guidare come una vera Ferrari».