ilNapolista

Scaroni: «Superlega? Non ci si può esprimere sulla base di un comunicato di venti righe»

Il presidente del Milan al Tg1: «Abbiamo cominciato un processo per confrontarci con tutti gli organismi a cominciare dalla Lega, ma è troppo presto per esprimere opinioni»

Scaroni: «Superlega? Non ci si può esprimere sulla base di un comunicato di venti righe»
Db Milano 23/09/2018 - campionato di calcio serie A / Milan-Atalanta / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Paolo Scaroni

Il presidente del Milan Paolo Scaroni ha parlato al tg1 della sentenza della Corte Europea sul monopolio della uefa e sulla possibilità di entrare a far parte del progetto della Superlega.

«Io intanto ho letto un comunicato stampa di venti righe che non è una base sufficiente per esprimere le opinioni definitive. Abbiamo cominciato un processo per confrontarci con tutti gli organismi a cominciare dalla Lega, abbiamo avuto un consiglio d’amministrazione della Lega proprio oggi pomeriggio ma è troppo presto per esprimere le opinioni»

Scaroni quindi non chiude alla Superlega, come hanno fatto invece Roma e Inter.

Per De Laurentiis, patron del Napoli, la sentenza della Corte europea costituisce un cambiamento epocale:

De Laurentiis, la Superlega e il potere nel calcio. Ne parla nell’intervista ad Alessandro Barbano per il Corriere dello Sport.

Per Aurelio De Laurentiis la sentenza della Corte di giustizia europea è un «cambiamento epocale». Lo ripete almeno tre volte in una chiacchierata di mezz’ora negli uffici di Palazzo Bonaparte, dov’è ubicato il quartier generale della sua Filmauro. «La posizione dominante di Uefa e Fifa, che oggi l’Europa censura, è servita a elargire bonus in cambio di consenso – dice -. Chi ha governato fin qui da monopolista non ha compreso che il calcio è un’impresa e ha bisogno di fatturati crescenti. Se io investo centinaia di milioni per partecipare a un circo che distribuisce noccioline, non fa utili e mi costringe a giocare sempre di più per tenere in piedi un carrozzone improduttivo, il gioco non vale la candela».

Se penso che Lotito mi crea un danno enorme, vendendo le partite per cinque anni agli stessi interlocutori che forse alla scadenza del contratto non esisteranno più sul mercato. E le vende a un prezzo inferiore dell’ultimo triennio…».

Non si sono fidati di lei? Hanno pensato che volesse egemonizzare l’affare?
«Ma no. Se non fosse stato per il covid, io sarei stato più in America che qui. Il fatto è che non hanno esperienza della creatività dell’audiovisivo. Non sanno come si costruiscono i contenuti su un piano editoriale. Non è il loro mestiere e quindi navigano al buio. Perciò questa svolta è doppiamente importante».

 

ilnapolista © riproduzione riservata