Il ceo di A22 a Sportmediaset: «L’ho incontrato in occasione di Napoli-Real, è un uomo che ho apprezzato. La Superlega non sarà aperta ai club arabi».
Il ceo di A22 (società nata per sviluppare la Superlega) Bernd Reichart è stato intervistato da Sportmediaset sulla nuova competizione:
La nuova Superlega è pronta a garantire il meglio per i club europei, che hanno diversi motivi per lasciare la Uefa?
«Noi sappiamo che c’è un grande problema. I club non sono stabili e sostenibili come in realtà dovrebbero essere. Le nuove competizioni europee possono contribuire molto a migliorare le loro situazioni finanziarie e i loro problemi economici e soprattutto rappresentano una grandissima opportunità di crescita».
Superlega in tv gratis per tutti: sarebbe una novità assoluta.
«Siamo convinti che le migliori partite, con in campo i più grandi calciatori, hanno la forza di raggiungere miliardi di persone nel mondo. Questa è una grande opportunità: le piattaforme streaming e le tecnologie avanzate di oggi potranno aiutarci. Il grande calcio su un’unica piattaforma gratuita eliminerà anche la pirateria, che oggi è un grave problema».
Il messaggio al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, che sogna una Serie Élite:
«L’ho incontrato in occasione della sfida tra il Napoli e il Real Madrid. Abbiamo avuto una bella conversazione. L’ho apprezzato. È un uomo che non ha paura e sa esattamente cosa fare. Conosce i suoi tifosi e cosa è meglio per il club. Di certo non è spaventato da un sistema che minaccia solo sanzioni».
La nuova Superlega può aprirsi ai club arabi?
«Assolutamente no, questo è un progetto riservato solo a club europei».
LE PAROLE DI REICHART DOPO L’APPROVAZIONE:
«La partecipazione alla nuova Superlega sarà basata sul merito sportivo. Non ci saranno membri permanenti e i club rimarranno impegnati verso le rispettive leghe nazionali. Le partite saranno giocate durante la settimana. Il merito sportivo è l’essenza di questa proposta, un campionato aperto e meritocratico».
«Vogliamo continuare a dialogare con gli stakeholders del calcio, i club potranno dare il loro contributo e decidere cosa ha più senso per loro. Non vogliamo dividere ma unire e ognuno potrà approfittare di questa opportunità per condurre il calcio verso una nuova era. Siamo pronti ad accogliere chiunque voglia discutere i problemi del calcio e le possibili soluzioni, e questo vale anche per la Uefa».