Intervista a La Stampa. Del calo del Napoli dice: «Ha colpito l’ebbrezza del trionfo. Succede quando hai giocatori non abituati al successo»
Questione Superlega, La Stampa intervista Arrigo Sacchi.
Sacchi, che idea si è fatto della Superlega?
«Sono curioso di sapere che cosa succederà. Mi interessano gli sviluppi più delle chiacchiere. Ma una valutazione mi sento subito di farla».
Prego.
«Mi sembra che le due parti in causa ora non si parlino. Gli organizzatori della Superlega e l’Uefa sono distanti, ma questa novità può essere da stimolo ad entrambi i soggetti».
Quindi i soldi (della Superlega) faranno la felicità?
«I soldi per i soldi no. I soldi spesi bene possono avvicinarla. Quando il Real di Florentino Perez comprò Zidane dalla Juventus per 150 miliardi tutti a stupirsi. E sa lui che cosa mi disse?».
Un dialogo tra lei e Florentino sa di molto esclusivo. Tireremmo a indovinare.
«Che c’era già un marchio che gliene dava trenta in più. Lo faccia sapere – mi disse – a quelli che in Italia mi criticano per queste cifre. Se li sai spendere, i soldi poi ti tornano».
Berlusconi avrebbe appoggiato la Superlega?
«È stato un innovatore e gli sono andati tutti dietro. La sua visione cambiò il calcio dentro e fuori dal campo e una Superlega avrebbe voluto farla già nel 1988. Lo disse e subito dopo in Europa gli arbitri, per motivi ignoti, ci annullarono in serie tre gol validi». Decise così di fondare un partito.
Un passaggio anche sul Napoli.
«Ha colpito l’ebbrezza del trionfo. Succede quando hai giocatori non abituati al successo. Se poi perdi un allenatore come Spalletti, stratega e non tattico, ecco che nascono tanti problemi».
Superlega, Florentino Perez orgasmico: «È l’inizio di una nuova era, finalmente senza minacce»
Ecco le dichiarazioni di Florentino Perez il principale sostenitore della Superlega (insieme con Barcellona e Andrea Agnelli) dopo la rivoluzionaria sentenza della Corte di Giustizia europea:
«Da oggi i club saranno padroni del proprio destino. 70 anni fa abbiamo fatto un passo da gigante per il calcio con la creazione della Coppa dei Campioni e ora abbiamo il dovere di dare la spinta di cui il calcio ha bisogno. Serve una competizione aperta a tutti, che imponga il merito e il rispetto del fair play finanziario. Soprattutto che tuteli i giocatori ed entusiasmi i tifosi di tutto il mondo. Abbiamo l’opportunità di realizzare una governance trasparente, che conviva con le nuove tecnologie. Siamo all’inizio di una nuova era e potremo lavorare liberamente, senza minacce, con l’obiettivo di innovare e migliorare il calcio. Da oggi il presente e il futuro sono finalmente nelle mani dei club e dei tifosi. Segnerà un prima e un dopo, è un grande giorno per la storia del calcio».