Il presidente della Liga alla Gazzetta: «anche se gli proponessero partite di 30 minuti. La Superlega non si farà nei prossimi cento anni»
Javier Tebas presidente della Liga, acerrimo rivale di Florentino Perez e strenuo oppositore della Superlega. È intervistato dalla Gazzetta. Parla anche di De Laurentiis.
«Mi permetta di divagare: quelli di A22 hanno dedicato grandi attenzioni a spiegare il formato della loro nuova competizione, ma non hanno detto granché sulla governance della stessa. Per esempio: varrà la regola un club-un voto? Sospetto di no, perché questo non è il criterio che piace al presidente del Real Madrid, Florentino Perez. Per lui i più ricchi devono pesare più dei poveri. Dovrebbero spiegare come si organizzeranno e come sarà diviso il denaro che incasseranno».
Parlano di un torneo a 64 squadre, troveranno consenso?
«Mi sembra impossibile, soprattutto pensando che ha risposto in maniera negativa anche il governo inglese. Se non sbaglio l’unico che ha mostrato interesse è il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, uno che tratterebbe su qualsiasi cosa, anche se gli proponessero partite di 30 minuti. In compenso il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, è stato chiaro, ha reagito rapidamente e in forma contundente».
Quindi per lei la Superlega non si farà?
«Guardi, scherzo spesso sul fatto che Florentino Perez non perde mai. Le spiego, Florentino Perez perde eccome, in questi a rovesci ne ha subiti, però riesce sempre a costruire un racconto dei fatti nei quali lui non esce mai sconfitto. Anche ora è così: la Superlega non si farà però lui canta vittoria. Non si farà nei prossimi 100 anni. E che le partite siano tutte gratis in tv non succederà in 1000 anni. Ora i diritti tv valgono 13 miliardi e qui si parla di trasmettere tutto in chiaro o addirittura su una piattaforma Ott. Sono molto credente, ma il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci l’ha fatto Gesù, non il Ceo di A22. Come si chiama? Devo ricordarmi il suo nome perché mi sfugge sempre».
TEBAS: «LA SUPERLEGA LEGGA BENE LA SENTENZA»
Tebas, il presidente della Liga, commenta la sentenza della Corte di Giustizia europea che ha messo fine al monopolio di Uefa e Fifa.
«Stanno già iniziando a intossicare il discorso, come avevo avvisato. Hanno sempre potuto organizzare competizioni al di fuori di Uefa e Fifa, e questo non può essere proibito. La questione è la loro condizione per essere sotto l’organizzazione della Uefa e della Fifa». Questo il primo commento di Javier Tebas.
Tebas: «Ci vogliono regole trasparenti, chiare, oggettive per l’approvazione dei tornei che non valgono con la semplice disapprovazione, e ci deve essere un assetto normativo oggettivo che richieda condizioni paragonabili all’intero settore, ma che non sia lasciato alla libera discrezionalità dei leader di Fifa e Uefa, perché lì si creerebbe una situazione di abuso di potere dominante».
«Oggi più che mai ribadiamo che la Superlega è un modello egoista ed elitario. Tutto ciò che non è completamente aperto, con accesso diretto solo attraverso i campionati nazionali, stagione per stagione, è un formato chiuso». Questo il commento della Liga sul suo profilo X alla sentenza della Corte di giustizia Ue contro il monopolio di Uefa e Fifa.
«Sia chiaro, non ci sono dubbi sul fatto che adesso potranno riaprire il bar per bere fino alle 5 del mattino come sembra sia per l’amministratore delegato (di A22, ndr) Bern Reichart. La Corte di Giustizia Europa afferma che le regole per l’ammissione alle competizioni Fifa e Uefa sono trasparenti, ma non che debbano ammettere la Superlega. Al contrario, sottolinea che i criteri di ammissione ai tornei devono essere trasparenti, oggettivi e non discriminatori. Principi appunto incompatibili con la Superlega».
Questo un secondo commento sui social del presidente della Liga Javier Tebas, rispondendo alle esultanze di A22, la società cappello della Superlega.