«Fu accusato di scaricare le proprie responsabilità ma oggi, rileggendo le sue accuse alla proprietà, scopriamo che nulla è cambiato»
The Athletic riabilita Mourinho: aveva ragione dire che l’uva United era acerba.
Cinque anni dopo, la stampa inglese comincia a porsi qualche domanda: forse non era Mourinho a essere superato ma il Manchester a esserre un luogo inallenabile. Ora è arrivato il guru Ten Hag che è finito fuori dall’Europa. Manco in Europa League è riuscito a entrare. Mentre José l’Europa League a Manchester la vinse: unico trofeo europeo del dopo Ferguson.
Il Manchester United è in una situazione disastrosa: fuori da tutte le coppe europee, sesto in premier a dieci punti dalla vetta.
E scrive Athletic che i problemi del Manchester United di oggi non sono diversi da quelli che Mourinho aveva già inquadrato cinque anni fa.
The Athletic scrive:
“Questo fine settimana sono cinque anni dall’ultima partita di Jose Mourinho con il Manchester United.
Nessun altro allenatore nell’intera vita dello United aveva creato più divisioni dietro le quinte. Nessun altro si è opposto in modo così spettacolare al codice manageriale del predecessore Sir Alex Ferguson.
“Non sei più speciale”, è stata la canzone preferita dai tifosi che gli andavano contro mentre Mourinho ricambiava lo sguardo. Già non era più l’allenatore che ispirava nei suoi giocatori qualcosa al limite della riverenza.
Eppure, nonostante tutte le sue responsabilità, nemmeno gli anni di successi di Mourinho come collezionista di trofei d’élite con il Porto, il Chelsea, l’Inter (e, lui direbbe, anche lo United) gli hanno impedito di parlare di ciò che non aveva funzionato all’Old Trafford e cosa si sarebbe dovuto fare in proposito. Anzi, essendo Mourinho Mourinho, lo faceva spesso.
Tutto ciò riemerge in un’altra settimana disastrosa per i 20 volte campioni d’Inghilterra.
Sappiamo troppo bene cosa pensa Mourinho dello United sotto la proprietà dei Glazers perché ha espresso spesso le sue lamentele, sia mentre era ancora allenatore della squadra sia in una serie di interviste successive.
Tutto ciò che ha detto gli è costata la nomea della volpe che non arriva all’uva e dice che acerba. E forse, conoscendo il suo carattere, era inevitabile. Molto di ciò che ha detto era legittimo, fino al punto che vale la pena ripescare le sue parole e calarle nel contesto attuale dello United, cinque anni dopo.
Mourinho sosteneva che erano le persone ai vertici del club, non lui, a dover imparare ciò che è essenziale per ottenere successo nel calcio moderno. Lo United, secondo lui, non sapeva come fare o non aveva la struttura necessaria per avere successo.
Disse che finire secondo in Premier League nell’ultima delle sue due stagioni completate all’Old Trafford è stato “uno dei migliori lavori della sua carriera” considerando tutti gli ostacoli incontrati.
La gente potrebbe dire : «Quest’uomo è pazzo. Ha vinto 25 titoli e ora dice che il secondo posto con lo United è stato uno dei suoi migliori risultati nel calcio». Lui lo ripeteva spesso:« Continuo a dirlo perché la gente non sa cosa succede dietro le quinte»
E, in un certo senso, aveva ragione: la gente pensava che fosse una follia. Molti sospettavano che fosse un modo di scaricare le proprie responsabilità sugli altri.
In un’intervista al quotidiano sportivo francese L’Equipe, cinque mesi dopo il suo licenziamento, Mourinho spiegò che lo faceva apposta a essere così duro perché qualsiasi altra cosa sarebbe sembrata debole a quei giocatori che sfidavano la sua autorità. «Quando sei quasi solo, cioè non hai il sostegno della società mentre certi giocatori vanno contro l’allenatore, chi è il bravo ragazzo? Non voglio essere il bravo ragazzo perché il bravo ragazzo, dopo tre mesi, è un burattino e non fa una bella fine».
Questo, a quanto pare, è uno dei problemi che ha anche Ten Hag e, sebbene non sia certo che le condizioni siano le stesse vissute da Mourinho, deve assicurarsi di essere abbastanza forte da affrontare eventuali ammutinamenti.
Ad oggi . scrive The Athletic – lo United ha perso la metà delle 24 partite di questa stagione. Nuove persone stanno entrando, altre stanno dicendo addio, ma i Glazer sono ancora a capo di una struttura incompleta e instabile. E, ancora una volta, un allenatore è vittima della situazione interna.