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A Nizza è finito lo champagne, lo ha consumato tutto Garcia

Da quando c’è Mazzarri al Napoli a Nizza si trova solo il Tavernello. Rudi balla nudo per casa e il lunedì fa la mezz’ora con De Laurentiis

A Nizza è finito lo champagne, lo ha consumato tutto Garcia
Real Madrid's Italian coach Carlo Ancelotti jokes with Napoli's French coach Rudi Garcia before the UEFA Champions League 1st round day 2 Group C football match Napoli vs Real Madrid at the Diego Armando Maradona stadium in Naples on October 3, 2023. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Gli abbinamenti sono tutto, Garcia è un attento sommelier. Il Napoli di Mazzarri vuole le bollicine a tutto pasto. Un Jardinot Brut Nature Amaury Beaufort quando segna Sanabria. Il Blanc de Noir per l’esordio con tentato omicidio di Mazzocchi. Il Brut Grand Cru Laurianne Lejour ci sta benissimo sulla testata di Buongiorno. Ma il tiro all’angolino di Vlasic ha una harmonie più slava, servono note più allegre: un Cru Cuvee d’Ensamble Barbier-Louvet, ecco, quello è perfetto.

Rudi Garcia ha perduto in queste settimane ogni pudore. Dopo il Frosinone ha preso a girare nudo per casa, Francesca non invita più le amiche. Lo charme è andato a farsi benedire, finito il foie gras ecco il frittatone di cipolle. Non si tiene più. Ha investito un mese dello stipendio da allenatore dell’Al Nassr in champagne. Ha prosciugato le enoteche di Nizza. La gente è furiosa, è costretta a pasteggiare col Tavernello.

Registra tutto. Perché anche lui, come quelli bravi, usa la disoccupazione sabbatica per studiare, tenersi aggiornato. E il Napoli di Mazzarri è oggettivamente un case study. È una scusa la sua, Francesca lo sa ma non se la sente di interferire: troppi dispiaceri a Napoli, ora è il momento della goduria. Per cui in casa Garcia c’è il Napoli a reti unificate, trasmesso in tutte le stanze, 24h, a circuito chiuso. Se non c’è una diretta, ecco gli highlights dello 0-3 con l’Inter. O la 32esima replica di Mourinho 2 Napoli 0. “Guarda, Francesca! Guarda gli occhi di Raspadori!”

Rudi chiude la porta dello studio a chiave, per i momenti più intimi. Le pareti tappezzate coi ritagli del Corriere dello Sport. Gli editoriali sulla crisi di Mazzarri. L’intervista programmatica a Zazzaroni. Colleziona rarissimi pezzi sulle responsabilità di De Laurentiis. Ha creato una playlist apposita su Pornhub, l’ha chiamata con una certa finezza “E poi è venuto a piovere”. Ascolta e riascolta il rosario degli alibi. Ha una certa perversione per le conferenze stampa coi nomi sbagliati, un feticismo latente per l’utilizzo smodato di Zerbin e Gaetano.

Però il lunedì è il lunedì. E il lunedì non c’è impegno altrui che tenga. Convoca vicini ed amici, le signorine Canessà, le comptable De Luca e Concetta. Al centro del salotto piazza il cartonato 1:1 di De Laurentiis che indica l’orologio, al posto del Cristiano Ronaldo in vetro di Murano. Il lunedì è il giorno della demi-heure, la mezzora.

E io dissi al presidente: Aurè non lo esonerare questo tecnico, solo un imbecille lo farebbe… e lui invece che ha fatto? Eh? Che ha fatto? 

Ti ha esonerato (coro dei presenti)

E allora cosa è il presidente? 

Un imbecille

La sera, prima di prendere sonno, si ferma al pc. Aggiorna il curriculum con i risultati del Napoli. Ogni brutta figura vale di rimbalzo a consacrare il suo prossimo rilancio. Si sta ricostruendo una carriera di sponda. Se Mazzarri continua a così a fine anno lo chiamerà il Manchester City.

Sorride. “Qui ci vuole un Cuvée Perpetuelle Bonnet-Ponson…”.

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