Siamo in attesa dell’alibi di Rocchi per il rosso a Simeone e la mancata espulsione di Calhanoglu. Lobotka monumentale fino a quel passaggio sbagliato
La Serie A in Arabia per vendere un brand rappresentato da arbitri come Rapuano
Napoli-Inter tutto d’un fiato
La Serie A è costretta ad emigrare in Arabia per vendere un brand rappresentato da arbitri come Rapuano, scarsi.
L’alibi per il rosso a Simeone nemmeno Rocchi potrebbe tirarlo dal cilindro paraculo dell’Aia la stessa che dovrebbe spiegarci perché Calhanoglu è stato graziato.
In Arabia, per vedere mortificata la memoria della leggenda Gigi Riva, fischiato il minuto di silenzio, fischiato ma non sottolineato in telecronaca. Fischiato perché gli arabi nemmeno sanno chi è Gigi Riva e se non sai chi è Gigi Riva non potrai mai apprezzare il calcio, nella sua declinazione più autentica.
Davanti a Spalletti, Mazzarri ha strappato la luce dalla gioia delle immagini. Una squadra di acrobati trasformata in Pierrot con lacrime di sangue. Resistenti fino allo stremo, con i rigori sullo sfondo e Kvara tirato fuori dalla mischia. Con Lobotka monumentale fino al passaggio sbagliato che ha innescato Darmian. Un muro, un muro che avrebbe riconciliato gli azzurri, con il mai tenero Gianni Brera. Una parete affamata he aveva attaccato Inzaghi ai suoi fantasmi e Gollini alla parete della consacrazione.
Invece all’ultimo giro, Lautaro vede la porta e la Supercoppa, giocata cinque mesi dopo, così per esportare il brand, senza Osimhen, senza Anguissa, nel bel mezzo di un percorso che già ha segnato mezza stagione.
Il traghetto è ancora in alto mare, il futuro è distante, l’unica costante è l’inadeguatezza del sistema che prova a vendere in giro per il mondo un prodotto che perde credibilità ad ogni passo che compie. Un Pollicino che lascia cadere sassolini che nessuno segue per salvarlo.