Dopo le inchieste di Relevo, l’agenzia mondiale attacca: “Siamo a conoscenza dei problemi da diversi mesi”. Tra i casi sospetti anche Sergio Ramos.

Da qualche giorno, un’inchiesta di Relevo sta agitando il mondo dell’antidoping spagnolo. Venerdì scorso infatti, il portale spagnolo ha pubblicato un’inchiesta in cui parlava di test antidoping eseguiti in maniera non conforme. Questi test riguardano anche il calcio e diversi calciatori famosi, tra cui l’ex capitano del Real, Sergio Ramos.
Un’inchiesta che non è piaciuta nemmeno alla Wada, l’agenzia antidoping mondiale. Con una lunga lettera la Wada ha attaccato l’agenzia spagnola, la Celad (Commissione spagnola per la lotta contro il doping nello sport).
Con un tweet l’ente internazionale ha avvertito che non potranno “mai chiudere un occhio su qualsiasi caso. Tutti i casi sono stati ripetutamente seguiti e alcuni sono ancora pendenti”.
We issued a statement following recent media reports on allegations concerning the National Anti-Doping Organization of Spain. We strongly reject the implication that we would ever turn a blind eye to any valid cases. All cases have been repeatedly followed up and some are still…
— WADA (@wada_ama) January 5, 2024
Nella dichiarazione si legge che “la Wada ha intrapreso l’azione altamente insolita nel 2023, di ritirare tre casi di passaporto biologico dell’atleta (Abp) e di consegnarli alle federazioni internazionali competenti affinché se ne occupino. In altri due casi Abp, la Wada ha imposto termini rigorosi al Celad per la decisione“. Inoltre, l’agenzia mondiale “da diversi mesi è a conoscenza dei problemi in corso relativi al Celad. A questo proposito, la Wada ha fornito al Celad un rapporto sulle azioni correttive che dovevano essere affrontate con urgenza, anche in relazione a una serie di casi ritardati“.
Questi sono solo alcuni passaggi della dichiarazione che continua ammonendo l’antidoping spagnolo e chiede allo stesso di fare luce su parecchi interrogativi irrisolti.
Il presidente della Wada, Witold Banka, ha dichiarato: «Il fatto che ci siano casi positivi che non sono stati gestiti in modo tempestivo, nonostante il regolare follow-up da parte della Wada, è inaccettabile».
Il caso di Sergio Ramos
Uno di questi casi potrebbe riguardare proprio Sergio Ramos. Lo ha scritto Relevo qualche giorno fa:
“15 aprile 2018. Il Real Madrid stava giocando una partita di campionato a Malaga e dopo la partita diversi giocatori dovevano sottoporsi a un test antidoping. Uno di loro era Sergio Ramos che ha chiesto all’addetto allo screening di poter fare una doccia prima del controllo. L’ispettore gli ha detto che il regolamento lo impedisce (durante la doccia l’atleta può urinare senza che l’agente lo veda e quindi è una pratica vietata prima del prelievo, che prevede che sia il primo). Il giocatore non ha prestato attenzione agli avvertimenti e ha fatto la doccia. Quel controllo è stato effettuato con un unico agente – anziché due come previsto dalla normativa spagnola – e, quindi, ha evitato che Sergio Ramos venisse punito“.