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L’involuzione di Raspadori è preoccupante. Ma il Napoli può solo migliorare

Il weekend di calcio tra il ricordo di Gigi Riva, i due rigori sbagliati dal Milan e la noia di Lazio-Napoli, una noia impossibile da descrivere

L’involuzione di Raspadori è preoccupante. Ma il Napoli può solo migliorare
Roma 28/01/2024 - campionato di calcio serie A / Lazio-Napoli / foto Image Sport nella foto: Mario Gila-Giacomo Raspadori

FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 22° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2023-24

Minuto 11 al Sardinia.
Fermate il calcio.
Tacciano i risonanti tamburi.
Offuscate tutte le stelle perché non le vuole più nessuno.
I dolenti versi di Auden, anche alla rinfusa, sono i più idonei per ricordate il più grande cannoniere della storia.
Un uomo che si fece simbolo di una comunità.
E che insegnò a tutti onestà, rispetto, dignità.

Quello che succede dopo è irrilevante.
Dopo si gioca una partita di calcio.
Ma per il Cagliari il cuore è troppo gonfio.
Troppo pieno di ricordi.

Juventus-Empoli

Il calcio, inesorabile, prosegue.
Giornata che si caratterizza con i molti rigori alle cosiddette “impunite”.
Troppi, in una sola giornata per non alimentare sospetti.
Il sistema che interviene a smorzare le polemiche dopo le denunce anonime echeggiate in settimana.

Minuto 18 allo Stadium su una palla innocua a centrocampo, Arkadius sbaglia clamorosamente lo stop.
Va a contrasto su Cerri e a momenti non gli stacca il perone.

Rosso inevitabile.
Colore ignoto ai calciatori in bianco e nero.

Partita in salita per gli ergastolani.
I quali, tuttavia, non sembrano avere né idee né voglia per sbattersi più di tanto.
Poi a inizio ripresa una palla vagante su corner passa davanti al Serbo che la butta dentro.
Sembra fatta.
Ma Acciughina, al solito, si chiude.
Nicola – felice di vederlo tornare, questo hombre vertical – manda in campo Tommaso Baldanzi, a suo agio in spazi stretti.
Ed è lui che impatta con una bordata da fuori area.
Due punti regalati ai Suninter nella corsa al vertice.

Fiorentina-Inter

I quali Suninter nel big match del giorno dopo, vanno a Firenze e sbancano di corto muso il Franchi.
Nonostante il rigore contro, secondo la nuova moda settimanale.
Rigore anche discutibile, in verità.
Perché il pugno di Sommer in uscita, prima colpisce chiaramente il pallone, e poi va a spiaccicarsi sullo zigomo di Nzola.

Iconica la sequenza dell’arbitro Aureliano di ritorno dal Var.

Cammina lento e avvilito verso l’area.
Disegna stancamente nell’aria il quadrato.

Qual è la sentenza? Niente.

I secondi passano, inesorabili.

Lui, lentissimo, incede. Dieci, venti passi.
Poi, a testa bassa, di malavoglia (come a evidenziare il dovere di eseguire ordini non condivisi, ma sì facciamo galoppare la fantasia) alza la mano e indica il dischetto.

Andrà a battere Nico. Uno specialista.
Tirerà stancamente centrale, in braccio allo svizzero.

E anche qui, avendone voglia, si potrebbero assecondare ipotesi grossolane.
Di chi sospetta addirittura sia tutta una recita.
Il rigore assegnato. Il rigore sbagliato.
Mascherare, con un copione ben scritto, un campionato totalmente falso.

Milan-Bologna

Anche a San Siro si ferma il calcio.
Al minuto 16, numero di maglia di Maignan.
E’ il grido contro il razzismo attraverso un messaggio di Martin Luther King apparso sugli schermi:
“L’oscurità non può scacciare l’oscurità; solo la luce può farlo. L’odio non può scacciare l’odio; solo l’amore può farlo”.

Poi per tutta la gara i cori: “Thiago Motta figlio di puttana”.
Cadono le braccia. Tutto inutile. Non guariremo mai.
Coerenza e correttezza del mondo del pallone, addio.

Comunque la partita è uno spettacolo.
In una serata maledetta per i Diavoli.

Non succedeva dal 1955 che sbagliassero due rigori.
Poi il Bologna acciuffa il pari proprio dal dischetto al 92’ con Orsolini.

Ruba la scena Loftus alla prima doppietta.
Applausi per Thiago Motta. Ha costruito un tosto Bologna, una squadra che non rinuncia mai a giocare.
Applausi a Joshua Zirkzee, ammirato per l’eleganza e il piglio di bomber di razza. Talento cristallino.

Lazio-Napoli, Raspadori inguardabile

Non c’è da divertirsi all’Olimpico.
Il calcio è un’altra cosa, rispetto a quella roba vista ieri su quel campo.

Gli Aquilotti sono reduci da quattro vittorie consecutive e affrontano un Napoli che ha gli uomini contati.

Mazzarri costretto a ricorrere a Demme

Mazzarri è costretto a rincorrere Demme che era già al cancello di Castelvolturno con le valigie in mano.

È costretto a pregare in ginocchio il riluttante Signorinello Pallido, di giocare almeno sta partita, poi si vedrà.

Racimola a malapena gli undici da mandare in campo.

Sceglie di giocare nell’unico modo possibile, vista la situazione.
Tutti indietro, tutti in trincea, e incrociamo le dita.

Risultato.
Zero tiri nello specchio per entrambe le squadre.
E’ una statistica significativa.
Ma non descriverà mai abbastanza la noia di questo tardo pomeriggio domenicale di gennaio.

Note positive.
La squadra difende con ordine e occupa bene tutti gli spazi della propria metà campo.
Il punto racimolato fa morale, ma non fa classifica.
Charlie Brown gioca una partita super.
Come Ostigard, piedi di marmo, che salva due volte il risultato.
I ragazzi ora sembrano reggere i 90 minuti.

Note negative.
Si dice che l’obbiettivo minimo sia entrare in Europa.
Allora bisogna escogitare – per il futuro – uno straccio di schema d’attacco.
Perché così non si va da nessuna parte.

L’involuzione di Raspadori

L’involuzione di Jack Raspadori è preoccupante.
Lui, che tutto sommato è il migliore attaccante italiano, non tocca praticamente palla.

Ma la squadra può solo migliorare.
Torna Zambo. Tornerà presto Osi.
Vediamo di che stoffa sono fatti i nuovi acquisti.

L’obbiettivo minimo è l’Europa, dicevo.

La Champions possibilmente.
Mediamente per entrare fra le quattro, occorrono 70 punti.
Dovremmo farne 38 in 17 partite.
Tanti.
Ma vediamo.
Il campionato entra nella fase cruciale.

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