Accolto parzialmente il ricorso. Il calcio italiano ricorda a Maignan perché subirà ancora cori razzisti. Vince il vittimismo dei Pozzo
L’Udinese premiata per il razzismo: a porte chiuse solo la curva e non tutto lo stadio.
Accolto parzialmente il ricorso dell’Udinese. E dopo la vergogna degli insulti razzisti a Maignan, il turno a porte chiuse è stato commutato in due partite con solo la Curva Nord a porte chiuse. Giustamente il razzismo va premiato.
Il vittimismo di Pozzo presidente dell’Udinese
Erano pagine anonime. Avevamo pensato che le avesse acquistate il Friuli Venezia Giulia. Invece c’era la mano di Gianpaolo Pozzo dietro le pagine pubblicitarie che campeggiavano ieri su alcuni quotidiani nazionali e locali e in cui si dava genericamente voce al popolo friulano ribadendo che “il razzismo non ci appartiene”. Lo ha confessato infine proprio il patron dell’Udinese, al quotidiano Messaggero Veneto. Eppure il club aveva smentito l’iniziativa.
Il pianto friulano
Pozzo poi rilancia. Sono loro, i friulani, le vere vittime delle offese razziste a Maignan. Un dribbling da fantasista puro: “Il nostro territorio è vittima di un’ingiustizia. Il nostro pubblico si è sempre distinto per il comportamento corretto, non a caso abbiamo ricevuto due coppe disciplina mentre dopo quanto accaduto nella partita con il Milan c’è stata quasi una persecuzione mediatica che reputo sicuramente sproporzionata rispetto ai fatti che hanno coinvolto solo 5 persone su 25 mila che tra l’altro non si sono accorte di nulla”. “Per questo motivo – ha concluso – abbiamo deciso di lanciare un messaggio chiaro contro il razzismo ma non volevamo che a parlare fosse solo l’Udinese e quindi abbiamo deciso di promuovere una campagna anonima, in modo che tutti i friulani potessero identificarsi”.
E quindi ci risiamo: ai razzisti italiani non puoi dire che sono razzisti. Si offendono.