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Marquez: «In Honda ero io l’avversario da battere. Ora che sono in Ducati, il mio obiettivo è Bagnaia»

Alla presentazione del team Gresini: «L’avversario più pericoloso per me sono io stesso. Devo gestirmi, non posso pensare di andare subito forte»

Marquez: «In Honda ero io l’avversario da battere. Ora che sono in Ducati, il mio obiettivo è Bagnaia»
Assen (Olanda) 25/06/2023 - gara Motogp / foto Ufficio Stampa Motogp/Image Sport nella foto: Marc Marquez

Ieri la presentazione dei piloti del team di MotoGp Gresini Ducati. “Una presentazione rock“, come la definisce il Corriere della Sera, “per il pilota più esplosivo del Motomondiale“. Ovvero, Marc Marquez. Ad assistere alla sua presentazione e a quella del fratello compagno di squadra presenti anche “la tv finlandese e quella di San Marino. Quasi 500 accreditati fra stampa e ospiti d’onore, compreso — in prima fila — Davide Tardozzi, team manager della squadra ufficiale Ducati“.

E proprio guardando Tardozzi, il pilota spagnolo ha aperto così la sua presentazione:
«Quando qualcuno arrivava in Honda, puntava a me. Ora che sono qui, il mio obiettivo è Bagnaia».

Per la prima volta in carriera con una moto diversa rispetto alla Honda, sembra quasi impacciato. Per lo spagnolo è tutto nuovo. Poi, non appena vede la sua moto, la Desmosedici del 2023 con cui Bagnaia ha vinto l’ultimo Mondiale, gli occhi di Marquez si fanno a cuoricino e scioglie tutte le tensione. Inizia a scherzare con il fratello:
«Ehi Alex, vieni qui sul palco se hai il coraggio! In questi giorni abbiamo visitato la sede Gresini e abbiamo cenato insieme alla squadra. Poi ci siamo sfidati a padel e lui ha perso, così si abitua…».

Non riesce a contenere la felicità:
«Mi sento come un bambino a cui hanno regalato le scarpe nuove. Sono qui perché volevo risentire le farfalle nello stomaco. Mio fratello Alex dice che vincerei anche su un triciclo? No, e l’anno scorso con la Honda si è visto. Restando lì avrei guadagnato più soldi e affrontato meno pressioni. Ma non era il mio obiettivo».

Marc Marquez è considerato l’avversione numero uno del campione del mondo in carica. I bookmakers gli danno fiducia e lo eleggono a favorito per il 2024. Il pilota però tiene, a fatica, a freno i facili entusiasmi:

«Mi sono sentito a mio agio (durante i primi test a Valencia, ndr), ma vediamo come andranno quelli in Malesia e Qatar, circuiti dove soffro di più. I miei ultimi due anni sono stati un incubo. L’avversario più pericoloso per me sono io stesso. Devo gestirmi, non posso pensare di andare subito forte, anche se mentalmente mi sento come se avessi 10 anni».

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