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Musetti e l’uso troppo disinvolto della bestemmia (Il Giornale)

È toscano ma la provenienza geografica non può giustificarlo: il tennis ormai ha microfoni dappertutto, bisogna stare attenti

Musetti e l’uso troppo disinvolto della bestemmia (Il Giornale)
Italy's Lorenzo Musetti serves to Britain's Jan Choinski during their men's single tennis match on Day 3 of the Cinch ATP tennis Championships at Queen's Club in west London, on June 19, 2023. (Photo by Adrian DENNIS / AFP)

Musetti e l’uso disinvolto della bestemmia. A scriverlo è Il Giornale con Marco Lombardo che ricorda il 2023 altalenante del 21enne tennista toscano, un talento a livello mondiale ma che fin qui non è riuscito a trovare la strada della continuità.

Scrive Il Giornale:

Il 2023 di Lorenzo è stato un’altalena di emozioni e partite davvero incredibile: male (anzi malissimo) da gennaio ad aprile, bene (anzi benissimo, visto il top ranking al numero 15) fino ad agosto, di nuovo male subito dopo. Tanto che ha sì anche lui vinto la Davis, ma perdendo con Kezmanovic l’unico incontro disputato a Malaga. Capita, a quasi 22 anni.

A Hong Kong, primo torneo della stagione, Musetti ha superato il primo turno dopo sei Atp andati subito male, ma poi l’altro
giorno si è arreso 6-3, 6-4 al russo Kotov, uno che non ha né il suo braccio, né il suo fisico. E soprattutto l’ha fatto condendo la sconfitta con parole che non si vorrebbero sentire da un futuro top player: non è, purtroppo, la prima volta. Lorenzo viene
da Carrara, dove – dicono – la bestemmia sia un intercalare inoffensivo: per dire, l’allenatore di calcio Silvio Baldini, pure lui del luogo, è stato squalificato in carriera 67 volte per l’utilizzo disinvolto di espressioni che non hanno nessuna utilità, se non dare fastidio a chi crede. E la provenienza geografica non può giustificare l’esprimere la propria frustrazione in questo modo, soprattutto in mondovisione: il tennis ormai ha microfoni dappertutto, a livello professionistico (ma anche non) bisogna stare attenti. 

Al Corsport Musetti confermò l’arrivo di Barazzutti nel team

Il Corriere dello Sport ha intervistato Lorenzo Musetti. Il tennista italiano ha fatto parte della spedizione che a novembre ha vinto la Coppa Davis dopo 47 anni.

«Ci è voluto un po’ di tempo per realizzare la vera portata del nostro successo, specialmente per ciò che rappresenta per tutto il popolo italiano. Più ci ripenso e più mi sento orgoglioso di far parte di questo gruppo azzurro».

Mussetti ha inserito nel suo staff tecnico Corrado Barazzutti, il capitano dell’Italia che 47 anni fa conquisto la prima Davis:

«Io e Simone Tartarini abbiamo riscontrato la necessità di avere al nostro fianco una figura di esperienza che possa aiutarmi a fare un salto di qualità. La collaborazione con Corrado è partita all’insegna della voglia di sfruttare la sua profonda conoscenza del tennis».

Il lavoro con Barazzutti:

«Stiamo spingendo tanto sul desiderio che ho di diventare un giocatore più aggressivo e propositivo. L’obiettivo di tutto il team è la mia crescita. Ribadisco: voglio il salto di qualità».

Negli ultimi due anni Musetti ha ricevuto diverse critiche:

«Mi innervosiva leggere dubbi sul mio team. Si parlava tanto della presunta necessità di un “super coach”, del fatto che Simone non fosse più all’altezza del suo ruolo. La verità è che io non ho mai dubitato delle persone che lavorano con me e mi aiutano giorno dopo giorno nella rincorsa ai miei obiettivi. Il rapporto che ho con Simone è la mia forza».

Le previsione di Musetti per il 2024:

«Mi aspetto un anno di maturità. Dovrà essere la mia parola chiave in campo e fuori. Sono contento di come sta andando la preparazione invernale, che in totale durerà una ventina di giorni: cerchiamo di lavorare il più possibili con poco tempo a disposizione. Ho bisogno di maggiore continuità, il mio primo obiettivo è tornare in Top 20. Olimpiade? Sicuramente. Una medaglia sarebbe per sempre».

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