Inspiegabile lasciare Ostigard in panchina per mesi, il Napoli passa sempre per Lobotka, Zielinski deve giocare sempre (bravo il tecnico)
Le pagelle di Lazio-Napoli 0-0 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
GOLLINI. Uscendo stasera dall’Olimpico, Ilaria, ho avuto un folgorante e nostalgico déjà vu, tipo un’apparizione mariana. Sono tornato al 21 febbraio del 2010. Io e Max Gallo eravamo in auto, di ritorno a Roma da Siena e Max interrogò se stesso e me: “Perché non facciamo un sito nostro e lo chiamiamo il Napolista?”. Era la giornata numero 26 del campionato e il Napoli pareggiò zero a zero a Siena. Il terzo zero a zero in quattro partite, galleggiando a metà classifica a una distanza siderale dall’Inter capolista. In panca c’era Walter Mazzarri, subentrato a Roberto Donadoni dopo sette giornate. Il Napolista nacque sulla scia di un pareggio senza reti e dopo quattordici anni siamo di nuovo lì: Mazzarri allenatore, stavolta subentrato a Rudi Garcia; squadra a metà classifica; Inter prima. E’ proprio vero che certe storie fanno dei giri immensi e poi ritornano in ossequio alla Provvidenza vichiana dei corsi e ricorsi storici. Completo il quadro con una sintesi che rubo a un radiocronista di fede laziale, captata per caso: “La Lazio ha fatto un solo tiro in porta contro il peggior Napoli degli ultimi cinque anni”. E Gollini non ha fatto una sola parata – senza voto
Mi sono così assuefatta al Napoli ammalato che non riesce più a vincere che a fine partita mi sono sentita quasi sollevata dal pareggio. Non svegliarmi dal sonno ricordandomi quanto è stata modesta la Lazio e quanto il pareggio di ieri somigli ad una cocente sconfitta, Fabrizio – 6
OSTIGARD. Il Norvegese davvero Volante è il migliore dei tre piazzati lì dietro per puntellare la vocazione alla pareggite del mazzarrismo. In un caso è pure salvifico – 6,5
Da oggetto misterioso lasciato inspiegabilmente in panchina per mesi a difensore prezioso e attento. Fronteggia Felipe Anderson con carattere e determinazione, salva un gol praticamente fatto sul tiro di Castellanos a distanza ravvicinata, non perde mai la concentrazione. Ci mette fisico e intelligenza – 7
RRAHMANI. Sui calci piazzati della Lazio (non molti, a dire il vero) c’è sempre. Amir è sulla strada del rinsavimento, nella consapevolezza che in questo momento non ci sono alternative a questo modulo – 6
Limita Castellanos con grande attenzione e non macchia la sua prestazione con sbavature di alcun tipo. Io dico che è un successo, Fabrizio – 6
JUAN JESUS. Talvolta tituba sul biondo danese biancoceleste e non è un bel guardare. E sul finire del primo tempo pasticcia in uscita, con una palla maldestra a Marittiello – 5,5
Fa un po’ di fatica e rischia di commettere un erroraccio su Isaksen, ma se la cava con l’esperienza, insomma, quando toppa ci mette una pezza – 5,5
DI LORENZO. Al solito, quando il Napoli tenta di offendere si butta soprattutto a destra, affidandosi toto corde e a occhi chiusi a lui e Na-Politano. Ma la sensazione è che – fermo restando il principio mazzarriano del primo non prenderle, deinde philosophari – l’Eurocapitano ancora non si sia ambientato nella terra di mezzo, come esterno del centro. Lo dimostrano qualche fallo di troppo e un po’ di esitazione – 5,5
Non è più il solido baluardo difensivo pronto a lanciarsi in avanti con spunti brillanti. Tentenna, hai ragione tu. Non è ancora fuori dal buco nero che lo ha risucchiato – 5,5
DEMME. Chiamato alla pugna sul suolo romano, il calabro-teutonico deve sopire e troncare e questo fa. E quando si avventura in altre cose è sempre un terno al lotto – 6
Un altro che è stato condannato per mesi in panchina e da cui ora chissà cosa ci si aspetta. Dura 60 minuti e fa quello che può. La colpa del pareggio non è certo possibile darla a lui – 6
GAETANO dal 60’. Il giovane Gaetano almeno ci prova e si esibisce in un tiro al volo al 67’. Epperò perde vari contrasti lì in mezzo – 5,5
Entra lui e la partita si fa se non altro più dinamica e meno soporifera. Bello il tiro dalla distanza, ci manca chi tiri da fuori area. Prova se non altro a portare nuove idee – 6
LOBOTKA. Anche nella noia di una partita in cui non si tira mai in porta, da una parte e dall’altra, l’amato Lobo resta la misura di tutte le cose azzurre. E’ lui che addormenta il gioco ed è sempre lui che fa un paio di recuperi mostruosi in difesa – 7
Non costruisce granché ma difende che è una meraviglia – 7
ZIELINSKI. Il Senatore partente non appare affatto abulico, si vede che vuole combinare qualcosa, ma la mentalità prudente e difensiva è come se scoraggiasse ab origine i suoi tentativi. Fa benissimo, non bene, Mazzarri a mandarlo in campo e a recuperarlo – 6
Uno come Zielinski non può mai rimanere in panchina, nemmeno se è a mezzo servizio: persino quando è apatico può sfoderare all’improvviso la giocata di classe. Peccato per la punizione non sfruttata – 5,5
DENDONCKER dall’84’. A un primissimo sguardo sembra abbia un modo strano, quasi goffo, di correre e di posizionarsi, ma è solo un’impressione – senza voto
Un tipo strano, hai ragione, a tratti anche buffo nel modo di ignorare i laziali attorno a lui – senza voto
MARIO RUI. L’Orologiaio cauto decide di sostituirlo dopo una voragine che si apre a sinistra con la Lazio in attacco. Su quel lato c’è il deserto e il povero Marittiello quando può si cimenta in traversoni senza fortuna – 5,5
Sembra in difficoltà per buona parte della partita e i cross non sono esattamente il suo punto di forza – 5
MAZZOCCHI dal 79’. Senza voto
Senza voto
POLITANO. Tanta e benemerita ammuina, purtroppo velleitaria – 6
Si propone e lotta ma non crea granché, certo, però, in attacco è il più dinamico, il che non è una buona cosa, a pensarci – 6
LINDSTROM dall’84’. Senza voto
Si dà da fare tanto anche lui. Ad un certo punto correva su e giù, a destra e a sinistra, purtroppo, però, a vuoto – senza voto
RASPADORI. In un Napoli che non vuole o non riesce a offendere, Giacomino vive la condizione di un prigioniero in esilio nella trequarti biancoceleste. Verso il 70’ però ammaestra bene una pelota d’oro ma sbaglia l’appoggio per l’accorrente Piotr – senza voto
Io vedo Raspadori in campo e soffro per lui: non ce la faccio – senza voto
NGONGE dal 79’. Promette bene. Speriamo, Ilaria – senza voto
Entra e fa ammonire un laziale, non male come esordio – senza voto
MAZZARRI. D’accordo, il Napoli aveva assenti a iosa e l’emergenza suggeriva prudenza con il ritorno all’Ancien Régime del primo Walter. Epperò la Lazio stava talmente inguaiata che forse stasera abbiamo perso un’occasione. A un certo punto dalla tribuna si è alzato un urlo belluino, alla centesima volta che i biancocelesti hanno giocato all’indietro verso Provedel: “Sarri hai rotto il cazzo”. Appunto. Ma Mazzarri è questo, un allenatore che si esalta nello zero a zero e lo rivendica pure, come se non reggesse la tensione dello sforzo di migliorarsi. Chissà, se avesse avuto pure Giacomino infortunato o squalificato, stasera avrebbe giocato con il tre-sette-zero. Quest’anno va così ed è meglio non lamentarsi – 5
Stavolta ha osato poco ed è l’unica cosa che gli rimprovero: con un Napoli ridotto all’osso e quasi nullo in attacco e di fronte ad una Lazio sbrindellata e vuota, forse i nuovi potevano essere inseriti un po’ prima. Ngonge, almeno, sicuramente – 5
ARBITRO ORSATO. Partita senza emozioni e senza tiri in porta eppure la Lazio reclama un rigore. Mah – 6