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Pagelle – Mazzarri è Spartaco che si ribella alla schiavitù del 4-3-3

Mio fratello è figlio unico perché è convinto che Zerbin non può passare al Frosinone. Il delizioso assist dell’ex tappabuchi Juan Jesus

Pagelle – Mazzarri è Spartaco che si ribella alla schiavitù del 4-3-3
Napoli's Italian head coach Walter Mazzarri reacts during the UEFA Champions League 1st round day 6 Group C football match Napoli vs Sporting Braga at the Diego Armando Maradona stadium in Naples on December 12, 2023. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Le pagelle di Napoli-Fiorentina 3-0 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

GOLLINI. A Riyadh finalmente deflagra la Rabbia Saudita del Napoli, Ilaria cara. Una Rabbia vincente che almeno stasera ha detto basta al Duce Aurelio fissato col quattro-tre-tre. E quando si osa, ecco calare dal cielo maomettano un po’ di ciorta per Gollini: San Palo lo protegge da Martinez Quarta e poi Ikoné si fa male da solo sul rigore. E tra le emozioni più belle della serata, per citare Max Gallo, ci metto anche un calcio di rinvio di Gollini, senza costruzione dal basso (cose che oggi si vedono solo in serie C, purtroppo) – 6,5

Sicuro, solido, fuori dagli schemi nel calcio di rinvio di cui parli e pure fortunato. La serata araba di Gollini (e del Napoli tutto) non poteva andare meglio. Il merito, stavolta, è di Mazzarri, che ha abbandonato l’ottusità e ha scelto la rivoluzione – 6,5

JUAN JESUS. Ecco la prima svolta: la difesa a tre restituisce fiducia e qualche certezza persino a Giovannino Gesù, sin qui co-protagonista con Amir di una difesa sciagurata in questa stagione. Il tre-quattro-due-uno poi cinque-quattro-uno trasfigura gli azzurri in giocatori essenziali e verticali e Giovannino Gesù sembra un altro. Quando il Che Kvara gli dona quella meravigliosa pelota al 22’, lui avanza e ricama un assist da regista puro per il Cholito che segna l’uno a zero. E non è l’unica volta che ci prova. Minchia, signor tenente – 7

In salotto, al gol di Simeone, subito dopo essere balzati tutti in piedi per il gol di Giovannino, si è levato un urlo incredulo: Juan! Il nostro Jesus, quello dimenticato in panchina, usato come tappabuchi, spesso autore di prestazioni che definirle rivedibili è un complimento, ha creato un assist perfetto che a riprovarlo mille volte non verrebbe mai altrettanto bene. A volte, Fabrizio, basta cambiare qualcosa nell’ordine dei fattori per dare una scossa. Ieri Juan non solo ha servito una palla con i fiocchi ma ha anche difeso alla grande – 7

RRAHMANI. Il condom tattico messo da Mazzarri rientrato in sé fa benissimo anche ad Amir. Non più tremebondo. Anche perché il possesso viola è tutto sommato sterile, tranne un paio di volte – 6

Seconda partita senza sbavature. Mantiene la posizione, gioca ordinato, difende. Non gioca impallato come ha fatto sempre prima della Salernitana – 6

DI LORENZO. La rivoluzione mazzarriana gli stravolge la vita. L’Eurocapitano va sovente a vuoto come terzo difensore, ma nell’offesa è ancora lui. Eppoi il primo gol di Zerbin nel Paese delle Meraviglia origina da un suo colpo di testa – 6

Da rivedere in parte la sua posizione, che a tratti lo penalizza. Anche lui, però, appare rigenerato. E l’assist a Zerbin è un premio alla costanza – 6

MAZZOCCHI. In principio tenta e trova il dialogo con Na-Politano, poi la realtà consiglia tanta prudenza. Meglio così – 6

Svolge in parte il ruolo che normalmente appartiene a Di Lorenzo, si sacrifica in difesa, non si lancia in follie come all’esordio in azzurro – 6

ZERBIN dall’80’. Nella famiglia Zerbin (e non solo) il racconto di quei sei minuti si tramanderà di generazione in generazione. Entra all’80’. Dopo quattro minuti scaraventa in rete quella pelota deviata da Di Lorenzo e sbatte la nuca sul palo, scivolando. Sguardo perso, mano alzata e faccia di colpo pallida. Terrore. Poi si rialza ed esce, infine rientra, fa cinquanta metri con la palla e segna nello stesso momento in cui ci chiedevamo perché non la desse a Simeone. Zerbin nel Paese delle Meraviglie, appunto. E per quei sei minuti da mille e una notte mi viene in mente pure Rino Gaetano: “Mio fratello è figlio unico perché è convinto che Chinaglia non può passare al Frosinone” – 8

Una serata da ricordare a vita. Il colpo alla testa lo rigenera: si trasforma d’un tratto da oggetto misterioso in attaccante puro e fa venire il mal di testa alla Fiorentina. La zampata che precede la botta alla nuca è meravigliosamente opportunista, il secondo gol da manuale: furto di palla, cavalcata e botta fortissima in rete. Per me un eroe, senza ombra di dubbio – 10

CAJUSTE. In terra araba mostra una notevole propensione a liberarsi, con grande agilità. Peccato che passaggi imprecisi e taluni contrasti leggeri siano l’ennesima conferma della sua acerbità – 6

Sbaglia troppo e comunque sbaglia sempre l’ultima scelta o l’ultimo passaggio. Ancora mi chiedo perché lo abbiamo comprato. Almeno non fa sfracelli e non si fa nemmeno ammonire – 6

GAETANO dal 76’. Senza voto

Senza voto

LOBOTKA. Il nuovo modulo gli spalanca nuove e inesplorate frontiere verticali. Robotka c’è anche senza possesso – 6,5

Ancora lontano dal Lobotka dei tempi spallettiani, ma si muove tanto e si sacrifica pure in fase difensiva. Tutto sommato in miglioramento anche lui – 6

MARIO RUI. La pugna con lo smarrito Ikoné ha esiti disastrosi. Il franco viola gli va via una volta con un tunnel umiliante, indi il rigore alla fine del primo tempo e che poteva rilanciare la Fiorentina – 5

Si fa giochicchiare da Ikoné in modo imbarazzante, ma il rigore è stato ridicolo – 5

OSTIGARD dal 72’. Viva la difesa a cinque e viva il Norvegese Volante – 6

Senza voto.

POLITANO. Il solito movimento destra-centro (altro che il governo Meloni) e poi un tiro deviato dal pipelet viola. Dopo l’uno a zero il Napoli ripiega e lui scompare poco alla volta – 6

Terracciano smanaccia il bel tiro in avvio di partita, per il resto non mi sembra ci sia granché da segnalare – 6

LINDSTROM dal 72’. Finanche Lindstrom dà segni di vita senza il quattro-tre-tre. E ho detto tutto – 6

Dà segni di vita. Prima o poi scopriremo che esiste davvero, spero – senza voto

SIMEONE. Giovannino Gesù gli allunga una pelota da play, il Cholito si allarga e sembra perdere l’attimo. Invece. Invece è l’uno a zero e per me basta così – 7

Sfrutta l’occasione, come ci ha abituati in passato, e trasforma la partita del Napoli con un gol bellissimo. Un giocatore determinante – 8

KVARATSKHELIA. Insieme a Di Lorenzo, è il più spaesato nel nuovo modulo. Epperò regala a Giovannino Gesù la pelota che conduce all’uno a zero – 6

Da terzino perde gran parte della capacità offensiva, ma con Jesus e Simeone è l’artefice del vantaggio che ha cambiato volto alla serata – 6 

ZIELINSKI dal 72’. Entra, difende, gestisce e batte l’angolo del due a zero – 6

Nonostante sia un “caso di mercato” nel prepartita, entra in gara come meglio non avrebbe potuto fare – 6 

MAZZARRI. Stasera ritrova se stesso e la sua storia. Stasera Walter Mazzarri è Spartaco che si ribella alla schiavitù del palleggio ridondante e orizzontale. Più catenaccio e meno possesso ed è subito tre a zero. La vittoria di Riyadh è un gigantesco esorcismo contro il pensiero unico del Duce Aurelio. Speriamo che non sia un fuoco fatuo, Ilaria. Stasera la ribalta è tutta per Walter d’Arabia – 8

Walter come Bluto. Me lo immagino, nello spogliatoio arabo finto come gli spettatori sugli spalti, mentre parla ai suoi: “Io penso che questa situazione richieda che qualcuno faccia un’azione assolutamente futile e stupida. Si tratta solo di stabilire quale. Facciamola!”. E la sua è stata il cambio modulo che non a caso ha colto alla sprovvista noi tutti e soprattutto Italiano. Nel post partita, poi, purtroppo ha parlato, anche di un possibile ritorno al 4-3-3. Ma quella parte magari lasciamola perdere. Fino alla scelta rivoluzionaria, che ci ha fatto vincere la partita, merita il voto che gli do e che è anche il tuo – 8

DE LAURENTIIS. Per certi versi è il vero sconfitto della serata. L’annuncio del Mazzarri bis, a fine novembre, riecheggiava sinistramente l’ingaggio di Mister Veleno: “Ritorna lo spettacolo del quattro tre tre”. La verità è che il presidente tuttofare non funziona soprattutto come allenatore-ombra. Non solo. L’altro giorno sono usciti brandelli di un suo colloquio coi giornalisti e la certezza è che il Duce Aurelio dopo aver sbagliato tutto da solo, adesso vuole dimostrare che si risale esclusivamente per merito suo. E invece, almeno sul campo, c’è chi dice no all’ossessione originata dall’estetica sarrita e poi santificata dal terzo tricolore spallettiano – 4

ARBITRO LA PENNA. Un arbitraggio onesto – 6

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