Razzismo, è indignato persino il ministro Piantedosi, quello del “carico residuale”. Inter-Juve, ora i ladri che scappano sono i bianconeri
FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 21° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2023-24
Pechino 2. La vendetta.
Era tutto scritto.
La Supercoppa inutile a qualcosa serviva.
Dare un po’ di ossigeno alle casse di una società fallita.
Il Napoli privo di cinque titolari se la gioca.
Ordinato e umile, con grande concentrazione tattica, se la gioca.
Piace anche l’idea di sacrificare Politano a schermare, per lunghi tratti, il Turco.
Dura un’ora.
Poi decide l’indecente Rapuano.
Fuori il Cholito per ammonizione doppia.
Ma se la seconda è legittima, è la prima a essere del tutto inventata.
La partita finisce lì. Consegnata all’Inter.
Eppure il Napoli resiste.
Resiste fino al recupero.
Nel miraggio dell’unico obbiettivo possibile. I rigori.
Poi il Toro chiude i giochi.
Magari avrebbero vinto lo stesso, i nerazzurri.
Ma chi ci perde di più è il calcio italiano.
Con queste figuracce a livello internazionale.
Pechino si ripete.
Guarda caso sempre con Mazzarri in panchina.
Non che il pallone sia bucato solo in Italia, se la cosa più addurre a una qualche consolazione.
Visto quello che è successo in Spagna domenica scorsa.
L’Almeria, ultimo, con appena sei punti, nel primo tempo vince 0-2 al Bernabeu.
Cambia tutto nella ripresa.
Rigore contestatissimo che Bellingham trasforma.
E’ il 1-2.
L’Almeria non demorde. Improvviso contropiede e Ramazani batte Kopa.
1-3. Tremano i merengues.
Ma il Var richiama l’arbitro per una scorrettezza all’inizio dell’azione. Assolutamente opinabile, se non irrilevante.
Gol annullato.
Segna poi Vinicius con un bel tiro nel sette.
Ma – lo hanno visto tutti – si era aiutato col braccio.
2-2.
E non è finita.
Si va al recupero. Interminabile.
Si giocherà a oltranza, finchè il Real non la butta dentro.
E ce ne vorranno undici di minuti, per il sorpasso di Carvajal.
Ma cosa è successo nel frattempo nel campionato italiano?
Apriamo la finestra sulla Serie A.
Mazza che puzza!
Ci risiamo.
Udine stadio Friuli.
Al 33 del primo tempo Mike Maignan si toglie i guantoni, smette di giocare, abbandona il campo e se ne va negli spogliatoi.
Feriscono troppo gli insulti razzisti dei tifosi udinesi contro di lui.
L’arbitro Maresca interrompe il gioco per 5 minuti.
Ed è una novità.
Qualcosa è cambiato da quando – il 26 dicembre 2018 – l’impareggiabile Mazzoleni a San Siro decretò il rosso a Koulibaly perchè protestava contro i cori che lo chiamavano scimmia.
Qualcosa è cambiato dalla vicenda davvero farsesca che coinvolse Claudio Gavillucci, vero e proprio signor Malaussène (il capro espiatorio di Pennac) dei fischietti.
13 maggio 2018, Marassi, penultima giornata di campionato.
Il Napoli – che coincidenza, c’è sempre di mezzo il Napoli – dell’arrembante Sor Polpetta inseguiva disperatamente il sogno scudetto, poi vinto – guarda caso – dalla Juventus.
31’ minuto del secondo tempo.
Al reiterato insulto della curva doriana, di stampo “territoriale” verso i giocatori e i tifosi partenopei, Gavillucci decreta lo «stop».
Tre minuti di sospensione.
Fu il suo “fischio del cigno”.
Gavillucci viene declassato all’ultimo posto della graduatoria Aia ed estromesso dalla lista dei direttori designabili, e non solo di quella della massima serie.
Qualcosa è cambiato.
Cori di indignazione si levano da ogni parte delle istituzioni e della società civile.
È indignato persino Paolo Di Canio, nazista dichiarato con tanto di tatuaggio.
È indignato persino il ministro Piantedosi, quello del “carico residuale”.
Tutti indignati oggi. Tutti d’accordo oggi.
Pugno duro contro questa vergogna.
Domani è un altro giorno.
I Sangue-Oro chiudono finalmente una interminabile settimana surreale. Ed è vittoria.
È la prima di Capitan Futuro (ribattezzato da tutti un po’ banalmente Capitan Presente).
Ed è una Roma assai diversa da quella del suo recentissimo passato.
Possesso palla, ricerca del fraseggio stretto.
E addio alla trincea, alla provocazione e alla rissa.
Finalmente una partita di calcio.
Una boccata d’aria nuova. Chissà.
La Vecchia conquista la vetta.
E chi la ferma più, chi li ferma più i cavalier serventi alla sua corte, incuranti di considerare che in fondo sono lì perché hanno giocato una partita in più.
Il Serbo in costante crescita, ne fa due.
Fa niente se rifila anche una scarpata sul viso di Pongracic che sanguina.
Che sarà mai?
Manco il giallo, ovviamente.
La Vecchia conquista la vetta.
Ciao Rombo di Tuono.
Dio ritrova il suo piede sinistro.