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Razzismo, l’Assocalciatori: «Oggi la metà delle aggressioni ai calciatori sono per razzismo»

Calcagno: «Prima gli insulti e le violenze avevano aspetti più sportivi. La sospensione delle partite è questione di pubblica sicurezza, spetta alla polizia»

Razzismo, l’Assocalciatori: «Oggi la metà delle aggressioni ai calciatori sono per razzismo»
Mg Bologna 21/08/2023 - campionato di calcio serie A / Bologna-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Mike Maignan

La pubblica sicurezza può sospendere la partita, ma ci sono implicazioni di ordine pubblico. E una tale decisione non può essere demandata a giocatori e arbitro. Che la situazione razzismo negli stadi italiani sia grave è ormai quasi un luogo comune. Come l’impasse che ogni volta sorprende tutti quando le curve si scatenano. Dopo i fatti di Udine, parla a Radio anch’io sport Umberto Calcagno, presidente dell’Assocalciatori. Lui dice che certo, si potrebbe fermare tutto, ma…

“Finora non è stato ritenuto necessario un provvedimento del genere. E se ci sono episodi gravi, non importa se sono poche persone. Non ce lo possiamo permettere. Per episodi ripetuti le conseguenze non possono non essere quelle. Ma non tocca a noi decidere”.

“Le decisioni della giustizia federale si basano sempre di più dagli atti delle Questure. Oggi credo che sanzionare in maniera più forte sia una necessità, ma bisogna anche capire come lavorare insieme con altre iniziative. Oggi tutti gli episodi portano all’identificazione dei responsabili grazie alla tecnologia. Ma il mondo del calcio ha bisogno di un contesto”.

“Tra i calciatori c’è la consapevolezza del fenomeno, e ci sono dati dei nostri report che ormai da 6 anni sono chiari: prima gli insulti, le minacce e le violenze avevano aspetti più sportivi, oggi la metà delle aggressioni sono episodi di razzismo. E’ ben chiaro a tutti noi, di cosa parliamo”.

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