«A Montecarlo ci sono tanti tennisti, tante strutture, posso andare al supermercato liberamente. I social non mi piacciono».
Jannik Sinner in conferenza con il presidente della Federtennis Angelo Binaghi.
Stai diventando quel che è Messi per l’Argentina
«Me la prendo abbastanza tranquillamente. Sono contento di queste emozioni, ma non c’è solo un torneo. C’è possibilità di far bene ma anche di far male. Si sente il calore della gente, che mi piace, ma come ragazzo sono come due settimane fa».
Quale sarà il miglioramento che hai in testa.
«Sarà molto importante la programmazione che lo scorso abbiamo fatto molto bene. Ci sono stati momenti in cui non ho toccato racchetta. Devo migliorare la forza e anche la resistenza. Posso servire un po’ meglio. Posso far tutto meglio. Lo step che ci eravamo prefissati era lo step mentale, sicuramente c’è ancora lavoro da fare».
Il rapporto Vagnozzi Cahill.
«Sono entrambi aperti di mente, non sono invasivi. Simone è molto bravo tecnicamente e soprattutto tatticamente. Sono entrambi umili per ascoltare l’altro allenatore e rimettersi in gioco per aiutare me. Cahill ha fatto una carriera incredibile, ha portato tanti giocatori al numero uno, era al suo quinto slam, Darren lavora più alla gestione, a capire i momenti».
Sinner e Sanremo
«Faccio il tifo da casa per Sanremo. È un evento bello ma dopo questi due giorni l’Australia è finita, guardo avanti. Quando dovrei essere a Sanremo, sarò già a lavorare».
«Ho 22 anni, sono un ragazzo semplice e normale, mi piace stare al computer».
Quali sono ora i nuovi obiettivi.
«Il nostro obiettivo è giocare un po’ meglio i Grandi Slam. Il primo meglio di così non poteva andare. La stagione non finisce qua, abbiamo appena iniziato. Poi vedremo qual che si riesce a prendere, ci saranno settimane buone e settimane meno buone».
Zverev è un enigma ancora irrisolto, lui potrà dare fastidio ai primi quattro?
«Sarà un giocatore molto importante di questa stagione. Ha vinto la United Cup, sarà tosto da battere, serve molto bene, risponde bene, si muove bene. Con Alcaraz ha giocato un ottimo tennis. Speriamo di sfidarlo prima possibile».
La residenza fiscale a Montecarlo.
«Quando ho fatto 18 anni mi sono allenato a Bordighera col mio ex allenatore che aveva la residenza a Monaco. La cosa più bella è che ci sono tanti tennisti con cui ti puoi allenare, tanti campi, tante strutture, mi sento a casa, ho una vita normale, posso andare al supermercato con zero problemi».
La pressione
«La pressione è un privilegio averla. Il mio sogno è sempre stato vincere uno Slam, so come ci si sente e lavoriamo per rifarlo. È il lavoro che mi ha portato ad avere questo successo. Adesso sono numero quattro, l’obiettivo è fare un piccolo passo in avanti».
«La mia intenzione era andare prima a Sesto Pusteria, è successa una tragedia su con un incidente di tre morti, due figli molto molto giovani, il terzo è in ospedale. Non volevo andare a Sesto per questa ragione, è un momento davvero difficile. Non è il caso di fare una festa lì. Sono rimasto qui che ci sono cose da fare con la Coppa Davis (saranno ricevuti al Quirinale da Mattarella, ndr).
«La cosa più importante è restare con le persone che mi sono più vicine. È un onore essere qui con voi, è più rilassante stare con voi che giocare con la tensione anche se mi piace molto di più».
«Nella mia testa ho sempre detto che con il lavoro duro che uno ci mette, con le persone giuste attorno a te, con le emozioni, la voglia di vincere, è l’aspetto più importante. Poi il resto, l’avversario, il vento, non puoi controllarlo. Dare sempre il massimo. Correre su qualsiasi palla, può succedere ogni cosa su un campo da tennis. Puoi vincere partite che sembravano perse e il contrario. È un aspetto mentale ma c’entra anche la voglia di continuare a soffrire».
Hai fatto il manager a vent’anni, ti sei costruito il tuo team. Quale la scelta più difficile?
«La vita è fatta di situazioni, in alcune va bene e in altre male. Oppure va bene con un però. Ho avuto questo però nella mia testa. Ho fatto una scelta che all’inizio sembrava folle. Ma ho detto “mi butto nel fuoco”, voglio conoscere un altro metodo di lavoro. Non sapevo se sarebbe stata giusta o sbagliata. Dietro die me ci sono persone che mi aiutano ma devo scegliere io. Quando vai a fare la spesa non ha senso comprare prodotti che non sai cucinare. Quel che ho capito è che il mio team non deve essere il team migliore di tutti ma devono essere tutte persone che si capiscono e sono tutte persone brave, normali. È questo che ho cercato».
Una qualità che si riconosce.
«Tutto il lavoro, non ci sono segreti nell’arrivare a un bel traguardo, il segreto è lavorare più degli altri, quanto sei professionale. Mi sveglio al mattino e la prima cosa che penso è: oggi mi devo allenare. Non c’è un segreto dietro».
C’è qualcosa che ti mette a disagio, ti fa paura
«Non è detto che sta andando tutto dritto, però non saprei di cosa avere paura. Nella mia testa è sempre una partita di tennis, con la voglia di vincere. Ci saranno momenti più difficili da gestire ma non ho paura. Se l’avversario sarà più bravo, gli darò la mano».
Le Olimpiadi
Ci stai pensando?
«Ho già detto che le Olimpiadi saranno un momento chiave per me e per la mia crescita, per la mia carriera. Sono contento di farne parte, di vivere un momento così con tutti quegli atleti al mondo. Sarà uno dei tornei più importanti dell’anno, non c’è tutti gli anni. Sono contento di giocare».
Alex Vittur
«È la persona che mi sta più vicina di tutti. Mi ha aiutato a fare scelte, quando ho un problema più grande, vado a cercare lui. È la persona che ho conosciuto a 13 anni, è la persona con cui mi capisco di più, parliamo un po’ la stessa lingua quando c’è da prendere certe decisioni. Devo ringraziarlo per tante, tante cose. Mi sta aiutando moltissimo. Si parla poco di lui perché anche lui vuole così. E quindi io vi dico poco».
I social. Ti piace leggere, serie tv.
«I social non mi piacciono. Le serie tv stavo guardando in Australia Animal Kingdom ma in Italia non si vede, devi mettere il vpn Australia ma io non ce l’ho (Binaghi gli dice che è illegale). Ci sono momento in cui leggo tanto e momenti in cui non leggo proprio. I social non sono la verità».
Il tuo primo maestro Heribert Mayr.
«È stato ed è un allenatore veramente forte, tutti i migliori altoatesini sono andati da lui. Qualche volta ci sentiamo».
Tra sci e tennis
«Nello sci avevo vinto campionati italiani quando avevo otto anni, nel 2012 ero secondo, ero molto forte. Poi erano due stagioni in cui sono andato così così, c’è sempre un anno in cui vai contro quelli più grandi. Poi è arrivata anche la discesa libera, pesavo troppo poco. Ho continuato a giocare a tennis. Ho pensato che nello sci fai un errore perdi, è pericoloso, ti devi svegliare al mattino presto per andare a meno venti. Forse il tennis è più comodo. Forse ho fatto la scelta giusta, mi ha fatto crescere più velocemente come persona. Quando fai la spesa da solo, quando cucini, devi crescere veloce per stare dietro a tutto».
Ti diverti ancora a giocare a tennis?
«Le persone cambiano, con l’età cambi. Però le cose principali secondo me restano. Se uno è umile, continua a lavorare, il successo è una cosa positiva però non ti cambia, secondo me. Spero di non sbagliarmi, sono abbastanza sicuro di rimanere me stesso. Nel 2019 quando giocai le pre qualificazioni a Roma avevo molti più dubbi. Ora sono molto più consapevole anche se hai sempre dubbi prima della partita. È una cosa normale, è la maturità di capire le cose un po’ prima».
Sinnermania, tifosi anche più silenti. Negli ultimi mesi, aumentano gli iscritti, torna la voglia di giocare.
«Io credo che portare più gente possibile nel tennis, perché lo puoi giocare a qualsiasi età. È sano come sport, c’è competizione ma non c’è il contatto. Ti serve solo una racchetta e una pallina. Portare più gente possibile a giocare a tennis è il passo più importante che stiamo facendo. Fognini ha vinto Montecarlo, poi è arrivato Berrettini, ora ci sono io. Tutti stiamo facendo qualcosa per il futuro del tennis italiano. Mi fa piacere che ci sia più movimento».
Ora tutti vorranno batterti
«Per questo devo tornare subito ad allenarmi. Però questo è lo sport, mi piace la pressione. Ho scritto al mio team he dobbiamo lavorare perché ci dobbiamo preparare. Faremo ancora più lavoro di prima»
Sinner e Berettini
Hai sentito Berettini?
«Ci Simo sentiti dopo. Mi ha scritto un bellissimo messaggio. È un giocatore veramente forte e spero di vederlo il prima possibile. È un giocatore che manca nel circuito. MI ha aiutato qualche volta, per cui se adesso avrà bisogno sono aperto ad aiutarlo»
Tomba ti ha paragonato a Clark Kent senti supereroe?
«Purtroppo no. È un bravissimo tipo, una leggenda. Speriamo di andare a sciare insieme. Gli avevo chiesto di sciare a Natale, ma doveva stare con la famiglia»
«Quando si vince si ha la possibilità di ringraziare un po’ tutti. Poi di negativo c’è che ci sono tante persone fuori dalla casa dei miei genitori ed è un po’ un casino. Ci sono sempre dei genitori che mettono un po’ di pressione ai figli. A volte funziona, a volte no. Io ho fatto un discorso in generale di lasciare la libertà, però ogni genitore è diverso e non voglio entrare nei dettagli»
Un messaggio ai ragazzi che sono tanto attaccati ai social
«Gli dico semplicemente di stare attenti perché ti fa vedere una realtà non vera. Magari io piango, ma sui social appaio felice. Ho tanto rispetto dei social, ma provo ad usarli molto poco. Vivo meglio senza i social»