Ha due anni più di Kvara e due mesi meno di Osimhen. È un calciatore fatto e finito. Ma da noi si è giovani fino a sessant’anni
Zerbin è giovane come si è giovani in Italia: ha 25 anni
L’Italia è un Paese meraviglioso. Incipit che va sempre bene. Ieri sera, Supercoppa italiana, gara tra Napoli e Fiorentina, al minuto 82 Mazzarri fa entrare Zerbin al posto di Mazzocchi. È il quinto e ultimo cambio del tecnico del Napoli. In panchina non è rimasto più nessuno tranne i Primavera e Raspadori che non sappiamo perché non è entrato ma non rientra nel tema di quest’articolo. Quindi Zerbin entra non tanto per scelta tecnica ma perché era finito l’assortimento. Il calciatore novarese entra e segna due gol in due minuti. Il primo su azione da calcio d’angolo, è bravo a sfruttare una spizzata. La seconda in contropiede con un diagonale rasoterra di destro da fuori area.
A questo punto cambia la narrazione su Zerbin che era (ed è) avviato verso Frosinone. Due gol che inducono vari commentatori a soffermarsi sull’opportunità di riconsiderare il suo passaggio al club ciociaro. Passaggio – attenzione – per farsi le ossa, mettersi alla prova, irrobustirsi, per poi tornare alla casa madre. Mazzarri va in tv e dice che i giovani calciatori italiani sono vittime dell’esterofilia. Soprattutto del decreto crescita, aggiungeremmo.
Ma il punto è un altro. Alessio Zerbin non è affatto un giovane. È un calciatore fatto e finito. Il prossimo 3 marzo, ossia tra quaranta giorni, compirà 25 anni. È due mesi più giovane di Osimhen. Due anni più anziano di Kvaratskhelia. Insomma è un calciatore che ha terminato la sua adolescenza professionale.
Fu acquistato dal Napoli nel lontano 2017, dal Gozzano. Ha giocato tre stagioni in Serie C: con la Viterbese Castrense, col Cesena, e con la Pro Vercelli. In totale nove gol. Poi, nel 2021, il salto in Serie B col Frosinone: ottima stagione, nove reti. Quindi il ritorno al Napoli dove in un anno e mezzo di Serie A, ha totalizzato 17 presenze. Va aggiunta anche una presenza in Nazionale, convocato da Mancini: giocò gli ultimi minuti della partita con l’Ungheria.
Venticinque anni nel calcio è come averne 42-43 nella vita reale. E a Zerbin sta avvenendo quel che in Italia accade con i quarantenni. Che sono definiti giovani. Perché i ventenni e i trentenni sono di fatto considerati adolescenti. In Italia se non compi sessant’anni non vieni preso in considerazione. Sei considerato inesperto e soprattutto non ti sono chiari i meccanismi che da noi ti consentono di compiere passi in avanti in carriera. Il saperci fare, il saper obbedire e via dicendo.
Nello sport è in parte diverso. In parte. Se ottieni risultati, scali posizioni. Si è visto anche con Zerbin ieri sera: è bastata una tutto sommato casuale (nel senso di imprevista, anche perché senza alcun precedente) doppietta alla Fiorentina per porre una serie di domande sul suo futuro. Non è che stiamo parlando di un giovane fin qui sottovalutato? No. No perché Zerbin non è un giovane. Magari è un calciatore sottovalutato. Può essere, anche se non ne ricordiamo tanti di giocatori esplosi dopo i 25 anni. Glielo auguriamo. E soprattutto gli auguriamo di non essere più chiamato giovane.