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Addio Coppa Italia comoda per le big: diventerà come la Fa Cup (il Giornale)

Il nuovo format proposto prevede la partecipazione di tutte le squadre dalla A alla C senza alcun vantaggio per le più titolate

Addio Coppa Italia comoda per le big: diventerà come la Fa Cup (il Giornale)
Db Roma 24/05/2023 - finale Coppa Italia / Fiorentina-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Simone Inzaghi-Steven Zhang

Il calcio italiano sta vivendo una fase cruciale. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina sta spingendo per una riforma che comprenda i campionati professionistici. Ieri, secondo quanto riporta Franco Ordine sul Giornale, il presidente federale ha girato al governo il piano strategico redatto con il contributo della società Deloitte. Un piano che riguarda anche la Coppa Italia.

È un piano poderoso, scandito da 52 pagine, e ha lo scopo dichiarato di risanare l’attuale scenario economico-finanziario del settore che denuncia a fronte di un impatto indiretto sul pil italiano di 11,1 miliardi, contributi fiscali e previdenziali versati per 1,3 miliardi e un fatturato diretto aggregato di 5 miliardi, debiti complessivi per 5 miliardi.

La proposta della Figc sulla Coppa Italia

Sul piano puramente sportivo, scrive il Giornale, c’è “l’esigenza di ridurre il numero a 80 unità tagliando l’attuale serie C che passerebbe da 3 gironi da 20 squadre a 2 gironi da 20. Si riduce così a metà la geografia dei campionati. Previsto in A un “taglio” delle retrocessioni da 3 a 2 con l’introduzione però di play-out e play-off in serie B. C’è la riduzione della quota destinata al paracadute per i club retrocessi in B da 60 a 30 milioni. Lanciata anche la riforma della formula della coppa Italia. Diventerebbe una copia della FA Cup inglese, aperta alla partecipazione di tutte le squadre dalla A alla C senza alcun vantaggio per le più titolate”.

Le riforme per la nuova Serie A: patrimonio netto positivo e sponsor del betting

Norme più stringenti in materia economico-finanziaria sui bilanci eseguiti dalla Covisoc (i controlli passerebbero da 1 a 2 o più all’anno) e sui requisiti essenziali per l’iscrizione ai campionati (valorizzando tra gli altri il numerino del patrimonio netto che dev’essere positivo). […] L’abolizione del divieto di pubblicità delle agenzie di scommesse e l’introduzione di una cabina di regia per sbloccare i dossier per la costruzione di nuovi stadi”.

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