A Libero: «Oggi si cercano volti televisivi in base al numero di like, tutto il contrario della logica».
Libero intervista un’Alba Parietti molto critica innanzitutto su Sanremo che ha condotto con Pippo Baudo nel 1992, poi due edizioni del DopoFestival (nel 2004), quest’anno lo guarderà in tv: «Sanremo è imprevedibile, l’emozione gioca un ruolo cruciale. Ho visto crollare grandi professionisti come Ranieri o Crozza».
Se la richiamassero alla conduzione, con chi le piacerebbe lavorare sul palco?
«Con Comici come Angelo Duro o Checco Zalone. Dire il nome di Fiorello è troppo scontato».
Perché loro?
«Perché mi sono stufata del politicamente corretto. È una leggenda, una ipocrisia. Non so se di destra o di sinistra, una idiozia perchè si possono offendere pesantemente le persone utilizzando termini considerati legittimi; parimenti con parole ormai considerate tabù si può essere affettuosi e bonari. Dipende dal tono e caso per caso»
Alba Parietti: «Le star dei social sono l’antitesi del talento»
Come è cambiata la tv?
«C’è stata una evoluzione naturale, come in ogni cosa. Gli anni Novanta erano i migliori, non perché erano i miei anni, ma perché c’era voglia di crescita. E i soldi, sì, c’erano e si spendevano».
Le donne in tv negli anni passati, soprattutto a Sanremo, erano figurine?
«Sì e no. Nella tv del passato c’erano Mina, la Carrà, la Sampò: le sembravano figurine, scusi? Le star di una volta avevano grande capacità di gestione. Parlando di oggi, ho maturato un certo disprezzo per i social. Hanno creato un sistema perverso che infatti non funziona e si è rivelato fallimentare: oggi si cercano volti televisivi in base al numero di like, tutto il contrario della logica».
In che senso?
«Le star dei social potrebbero essere fatte tranquillamente tutte dall’Intelligenza Artificiale, a tavolino, no? L’antitesi della tv e del talento. Per non parlare della politica: ce li vedrebbe Giulio Andreotti, Enrico Berlinguer, Giorgio Almirante su Tik Tok?».