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Arbitri in Francia. Fonseca va in sala stampa col telefonino a mostrare il gol subito in fuorigioco

L’ex Roma allena il Lille. Ma non è il solo episodio controverso della giornata.

Arbitri in Francia. Fonseca va in sala stampa col telefonino a mostrare il gol subito in fuorigioco
Db Milano 12/05/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Paulo Fonseca

Ancora polemiche sugli arbitri in Francia. Nell’occhio del ciclone alcune decisioni poco chiare nelle partite di Ligue 1.

So Foot scrive a proposito degli arbitri:

Domenica le polemiche sono state tante, dal rigore non fischiato dopo che il monegasco Kassoum Ouattara ha pestato il piede del giocatore del Lens Florian Sotoca, strappandogli la scarpa a quello – molto generoso – concesso a Gonçalo Ramos negli ultimi istanti del Psg-Rennes per passare all’incerto fuorigioco di Thijs Dallinga contro il Lille. 

Gli arbitri francesi lasciano a desiderare, Fonseca non ci sta

Tante decisioni che hanno dato vita a scene lunari, come quella di Paulo Fonseca (ndr allenatore del Lille, che ha perso 3-1 contro il Tolosa) che brandisce il cellulare davanti alla stampa a fine partita per mostrare l’attaccante del Tolosa in fuorigioco mentre va a segnare il terzo gol della sua squadra. «Una rete incredibile, qui ho l’immagine del fuorigioco. E’ difficile spiegarmi il terzo gol perché bisogna guardare la linea. Guarda dov’è il ginocchio di Tiago e quello dell’avversario. Come è già successo altre volte quest’anno, l’arbitro ha deciso l’esito della partita», ha criticato il portoghese, seguito dai suoi giocatori in zona mista.

«Si tratta di “ rigori da grande squadra” che (ndr dann0), o in certi stadi, non ovunque», si è rammaricato Julien Stephan circa due ore dopo, nell’auditorium del Parco dei Principi, riferendosi al gol concesso al Psg.

Il Var in Francia sta cominciando a stancare, «L’abbiamo venduto come un sogno, ma ci sbagliavamo»

L’Equipe scrive:

«Abbiamo immaginato un sistema più affidabile e più giusto», ha affermato Bruno Derrien, ex arbitro internazionale. «Tuttavia, lo sport non è binario. Quando è bianco, è bianco, quando è nero, è nero, ma molto spesso è grigio. Dato che bisogna prendere una decisione, la difficoltà rimane la stessa, l’abbiamo semplicemente spostata dal campo, dove gli arbitri la facevano vivere, all’immagine, soggetta agli stessi problemi di interpretazione e soggettività di prima: arbitrare è interpretare un’azione. Quando ai miei tempi ci allenavamo al Clairefontaine, lavoravamo sulle situazioni di gioco per cercare di andare verso l’uniformità delle decisioni. Ma non c’è mai stata unanimità. Perché ci muoviamo comunque in zone grigie».

A questo punto, ci si inizia a chiedere se non avesse ragione il presidente del Brest a pensare che fosse giusto fare retromarcia sul Var.

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