ilNapolista

Arrivabene: «Parlai con Hamilton quando ero in Ferrari, poi non si è realizzato nulla»

Al Giornale: «Allora un’operazione del genere avrebbe creato problemi con Red Bull e Mercedes. Sei o sette anni fa avrebbe avuto un decimo nel piede»

Arrivabene: «Parlai con Hamilton quando ero in Ferrari, poi non si è realizzato nulla»
Db Villar Perosa (To) 14/08/2019 - amichevole / Juventus A-Juventus B / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Maurizio Arrivabene

Il Giornale ha intervistato Maurizio Arrivabene, ex team principal Ferrari voluto da Sergio Marchionne e poi portato alla Juve da John Elkann. Oggi Arrivabene continua a seguire la Formula 1 che per quasi 40 anni era stata il suo mondo. Le sue parole al quotidiano.

L’ha sorpresa l’ingaggio di Hamilton?
«No, già ai miei tempi se ne parlava. È sempre stato un obiettivo della Ferrari e oltretutto lui è anche un ottimo cliente».

Arrivabene aveva già cercato Hamilton

Lo aveva già cercato anche lei?
«Ne avevamo parlato, poi la cosa non si è realizzata anche perché in quel momento c’era un’ottima atmosfera con Red Bull e Mercedes e un’operazione del genere avrebbe creato dei problemi».

Ma dal punto di vista del pilotaggio?
«Sei o sette anni fa molto probabilmente Hamilton avrebbe avuto un decimo di suo nel piede. Adesso bisognerà vedere prima di tutto che vettura avrà e poi come reggerà il confronto con tutti questi
giovani assatanati che ci sono oggi in Formula 1 oltre a Max».

La gestione di Sainz, a lui con Raikkonen non andò benissimo

Quanto è difficile gestire un pilota che sa di esser già stato tagliato? A Lei con Raikkonen non andò benissimo a Monza…
«L’ho già detto e lo ripeto: a Monza non si poteva dare un ordine di squadra al via con la prima curva così vicina e soprattutto un cagnaccio come Hamilton subito dietro. L’ordine c’era, ma era da eseguire in un secondo tempo…».

D’accordo, ma come andò con Kimi?
«Kimi è un grandissimo professionista. Non è stato difficile gestirlo. Anche perché eravamo e siamo ancora molto amici. Ricordo che quando vinse la sua ultima gara mi chiamò e si fece fare una foto
con me e il trofeo… lui che di solito la coppa non la guarda neppure e se la fa spedire a casa… Molto dipende dal rapporto che un team principal ha con un pilota, ma anche dall’intelligenza di un pilota e
Kimi è anche una persona molto intelligente».

Il Mondiale a 24 gare è uno stress soprattutto per il personale

Le piace un Mondiale con 24 gare?
«Sono davvero troppe, soprattutto per il personale. Con così tante gare servono dei ricambi cosa che non va tanto in sintonia con il budget cap». 

Prevede un’altra stagione dominata dalla Red Bull?
«Per esperienza posso dire che i team inglesi tendono a stare nascosti durante i test. Poi arrivano in gara e vanno come missili»

ilnapolista © riproduzione riservata