«Dopo il Covid e la Superlega, ci sono club che stanno ricorrendo a continui aumenti di capitale con esposizioni debitorie ancora notevoli»
Rocco Commisso, presidente e proprietario della Fiorentina, è tornato a parlare del suo investimento e della salute finanziaria del club. Quando Commisso parla, spesso lo fa per sottolineare proprio l’ottima condizione finanziaria della Viola rispetto a molti altri club di Serie A indebitati. Oggi lo ha fatto con una lunga lettera pubblicata sui canali ufficiali dove difende i suoi dirigenti dagli attacchi ricevuti, conferma le sue ambizioni e la sua volontà di far crescere il club.
L’attacco di Commisso: «Ci troviamo a dover competere con Club indebitati fino al collo»
«Dal mio arrivo a Firenze ho ribadito che mai avrei fatto promesse che non avrei potuto mantenere, e allo stesso modo ho detto sin da subito che la Fiorentina, sotto la mia proprietà, non avrebbe mai corso il rischio di fallire (com’è accaduto in passato) e così è e così sarà. Sono anni che chiediamo trasparenza e regole uguali per tutti, ma quasi nulla è cambiato e ci troviamo a dover competere con Club indebitati fino al collo che agiscono come se nulla fosse. Dopo il Covid e la questione Superlega, ad esempio ci sono Società che stanno ricorrendo a continui aumenti di capitale con esposizioni debitorie ancora notevoli. Mi auspico che finalmente qualcosa possa cambiare perché le Società che rispettano ogni singola regola e non hanno un euro di debiti, non possono essere equiparate a quelle che riescono a sopravvivere solo per la mancata applicazione di norme precise».
La fiducia verso i dirigenti, l’allenatore e tutto lo staff della Fiorentina
La lettere continua:
«Questo è il gruppo che abbiamo comunque voluto migliorare ulteriormente con il mercato di gennaio e noi riteniamo di avere fatto quanto possibile e come sempre saranno i risultati a parlare alla fine della stagione. Spendere per spendere non è qualcosa che ritengo corretto per la Fiorentina, per il suo presente e futuro. Nessuno mi costringerà a vendere la Fiorentina e andar via da Firenze, come avvenne con Dante. O nessuno potrà mai decidere, se non io, chi deve e dovrà lavorare nella Fiorentina e chi, invece, secondo qualcuno dovrei mandar via».