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Dal primo legamento nel 2007 ad oggi: i 17 anni di infortuni di Goggia sono un horror

Oggi si è rotta tibia e perone in allenamento. La lista degli infortuni è impressionante: avrebbe fermato qualsiasi atleta

Dal primo legamento nel 2007 ad oggi: i 17 anni di infortuni di Goggia sono un horror
Italy's Sofia Goggia looks at her injured hand as she celebrates on the podium after winning first place at the end of the Women's Downhill event during the FIS Alpine Ski World Cup in Saint-Moritz on December 17, 2022. - Goggia returned from overnight surgery on broken fingers to win the race on December 17, 2022, in the Women's World Cup downhill event in Saint Moritz. (Photo by Fabrice COFFRINI / AFP)

La prima volta che Sofia Goggia si è spaccata un ginocchio aveva 15 anni. Era il 2007. Rottura del legamento crociato e del menisco esterno del ginocchio destro. L’anno dopo, a 16 anni, di quello stesso ginocchio si ruppe il menisco. Oggi, 5 febbraio 2024, si è rotta tibia e malleolo tibiale, della stessa gamba. la storia degli infortuni merita di essere raccontata al netto dei trionfi, delle coppe, delle medaglie e dei record. E’ a suo modo affascinante, come può esserlo un film horror. Perché sono 17 anni che Goggia vince entrando e uscendo dagli ospedali. Attraversando una via crucis che avrebbe indotto qualsiasi atleta di qualsiasi sport a smettere, a dire basta.

Gli infortuni di Goggia vanno letti uno dietro l’altro, quasi in apnea. E dunque. Dopo i primi due lunghi stop del 2007, la rieducazione e il recupero, ecco che nel febbraio 2011 ad Altenmarkt, Sofia riporta un infortunio muscolare e un trauma cranico. Tredici mesi più tardi, nel febbraio del 2012, di nuovo crociato e menisco del ginocchio destro, ancora una volta rotti.

Neanche due anni dopo a Lake Louise – è il dicembre del 2013 – tocca al ginocchio sinistro, sempre crociato e menisco. Saltano i Giochi Olimpici di Sochi 2014.

Dopo 5 anni di tregua, in cui Goggia, libera da interventi chirurgici, gessi e fasciature, diventa campionessa olimpica di discesa a Pyeongchang 2018. Nell’ottobre dello stesso anno però sul ghiacciaio di Hintertux, in Austria, cade in allenamento e si frattura il malleolo peroneale destro. Rientra il 26 gennaio per il Mondiale a Garmisch, e vince un incredibile argento in superG.

Nel febbraio del 2020 – a Garmish – altra brutta caduta: frattura del radio del braccio sinistro. Passa un anno e il 31 gennaio 2021 è ancora il ginocchio destro a cedere. La diagnosi dice trauma distorsivo con frattura composta del piatto tibiale laterale. A pochi giorni dal via dei Mondiali di Cortina di cui è anche testimonial.

Il 23 gennaio 2022 cade di nuovo e si procura un trauma distorsivo al ginocchio sinistro, con una lesione parziale del legamento crociato già operato nel 2013, una piccola frattura del perone e una sofferenza muscolo tendinea. Ci sono le Olimpiadi in Cina. Rinuncia al ruolo di portabandiera per restare più a lungo in Italia e sottoporsi alle cure mediche. 23 giorni dopo l’argento olimpico quasi su una gamba sola.

Ma 2022 non è ancora finito. C’è tempo per un nuovo infortunio e per una nuova impresa. A dicembre si rompe una mano nella prima discesa di St. Moritz (conclusa comunque al secondo posto). Urla dal dolore con la mano gonfia e sanguinante, va a Milano per farsi operare: placche e viti inserite nell’articolazione sinistra, il tutore con il bastoncino assicurato al guanto grazie al nastro adesivo. Il giorno dopo scende in pista, e vince.

Perché il finale è sempre quello. Non c’è verso di romperla, Goggia.

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