Meglio tenere a freno i giudizi facili, Milan e Atalanta sono situazioni e contesti diversi. Come accadde anche con Henry alla Juventus
La risposta è no. Sarà sempre no e chiunque semplifichi questo concetto, fa della retorica insopportabile (alla Sandro Curzi), che semplifica riflessioni più articolate. Sia chiaro, non vuol dire che l’attesa non sia “dovuta” e che non sia parte integrante di un processo di crescita e di ambientamento, ma serve sempre la contestualizzazione. Invece, in un’informazione sempre più preda del “concetto lampo”, della impression per raccogliere quei pochi secondi di attenzione del lettore, si tende a banalizzare e ciò che l’essere umano NON è, ossia un costrutto standardizzato.
Ceduto dal Milan con pochi rimpianti
Protagonista dei nostri pensieri è Charles De Ketelaere (CDK), calciatore belga in forza questa stagione all’Atalanta. CDK è stato ceduto con pochi rimpianti dal Milan ai bergamaschi in prestito oneroso di 3 milioni di euro con diritto di riscatto fissato a 25. Un’operazione che ad inizio stagione, dato lo scarso rendimento del centrocampista (o attaccante) nella precedente, sembrava a tutti neutra e, forse, con qualche punto interrogativo per l’acquirente. Nessuna minusvalenza per i rossoneri (dato l’ammortamento di quota annuale dei 36,5 milioni di euro pagati al Bruges), una scommessa per l’Atalanta, che da qualche anno era alla ricerca di un sostituto di Gomez e/o Ilicic.
Bergamo un contesto funzionale a De Ketelaere
A Bergamo sta succedendo, a partire da un allenatore – Gasperini – che CDK lo ha voluto fortemente, che gli ha dato fiducia, che lo ha inserito in un contesto funzionale al suo modo di essere calciatore. Proponendo paragoni un po’ vintage, è la condizione che visse Henry alla Juventus, non atteso e bollato come “inadatto” al campionato di Serie A. In quella Juventus in attacco c’erano Del Piero e Inzaghi in attacco. Arrivato all’Arsenal la musica cambiò. Merito del francese? Si, ma anche di chi seppe capire le sue caratteristiche (Wenger), le sue potenzialità e costruire attorno a lui un ambiente favorevole per esprimerle.