Gli imprenditori che in azienda controllano tutto. Con questo modello il Napoli è arrivato dov’è adesso
I giornali sportivi e le pagine sportive dei quotidiani più diffusi dedicano spazio alla conferenza stampa di De Laurentiis. Con toni per lo più critici verso forma e contenuto. Vorrei provare a fare anche io un’analisi. Intanto il presidente è un uomo che spesso riesce urticante. Vuoi per i toni, vuoi per il linguaggio adoperati. E già questo da solo non dispone alla benevolenza coloro che ascoltano. Ma mi verrebbe da ricorrere ad una massima spesso abusata “ chi ha carattere ha un cattivo carattere”.
E con questo un po’ rispondo anche a Mimmo Carratelli grandissimo maestro di giornalismo e forse ultimo rappresentante di una generazione che sapeva parlar chiaro senza mai perdere il buon gusto della gentilezza e della analisi approfondita. Parto da una cosa che non mi è piaciuta. Il racconto che il presidente ha fatto della sua irruzione negli spogliatoi prima di Napoli- Empoli e durante l’intervallo per condizionare le scelte tecniche di Garcia. A mio modo di vedere un presidente mai dovrebbe entrare nelle decisioni di un allenatore salvo a rischiare di delegittimarlo nei confronti della squadra.
Il punto di vista di De Laurentiis si può condividere o meno
Detto questo provo a fare l’autopsia della conferenza stampa. Il presidente ha parlato di Spalletti ed ha affermato di aver fatto un errore a non costringerlo a restare. Ha aggiunto anche il sospetto che Gravina lo avesse contattato riservatamente facendogli balenare la possibilità di allenare la nazionale e quindi inducendolo a lasciare Napoli. È un punto di vista quello espresso che si può condividere o meno ma ha la sua importanza. E certamente ha avuto il pregio della chiarezza. Personalmente penso che nell’evidente contrasto tra il presidente e il tecnico ci si comporta mediamente come se tutte le responsabilità fossero da una parte e l’allenatore fosse una dolce e innocente mammoletta senza colpe. E qui come non ricordare Manzoni: La ragione e il torto non si dividono mai, con un taglio così netto, che ogni parte sia soltanto dell’una o dell’altra. Mi piace chiudere su questo punto ricordando soltanto che Spalletti, il cui straordinario lavoro sulla squadra e sui singoli è sotto gli occhi di tutti, è arrivato a Napoli accompagnato dalla fama del perdente poco fortunato. Ed è andato via da Napoli osannato come un grandissimo tecnico. Quindi molto ha dato ma moltissimo ha avuto. Analoga osservazione varrebbe per Giuntoli ma lasciamo correre.
Le risposte su Zielinski e Kim
De Laurentiis ha poi parlato del caso Zielinski e del comportamento del suo procuratore. Se quello che ha detto è vero – e non ho motivo per dubitarne – la scelta di non far giocare il polacco in Champions è ampiamente motivata. Il giocatore da molte giornate ha un rendimento insoddisfacente, può essere preoccupato di subire incidenti alla vigilia della firma di un nuovo succulento contratto, può trovarsi in uno stato di difficoltà psicologica. In più c’è Traorè da testare, un giocatore che se dimostrasse di essere tornato pienamente in condizione, potrebbe essere un primo importante acquisto per l’anno prossimo. Anche sul caso Zielinski si possono avere idee diverse ma c’è da apprezzare la chiarezza, e anche il garbo, con il quale è stato trattato il giocatore.
Su Kim le affermazioni sono state quanto mai inequivocabili . E per certi versi hanno rappresentato anche la onesta confessione di un insuccesso: lo abbiamo cercato uno stopper all’altezza ma non lo abbiamo trovato. Il presidente poi ha annunciato che è sua intenzione in tempi molto brevi, avendo anche avuto lo sfratto da Castelvolturno, costruire un centro sportivo “identico” a quello del Manchester City. Questo passaggio è uno dei punti chiave della conferenza stampa perché indica anche un cambiamento di rotta di strategia aziendale con investimenti in strutture. Io ci credo. Ha parlato poi della sua intenzione, nel caso in cui il comune non gli ceda il Maradona, di costruire un nuovo stadio. A questo francamente credo un po’ meno essendo l’impresa estremamente complicata ma, come si dice, mai dire mai.
Il modello Nord-Est
Il dato però più rilevante dell’intervista, che è forse un dato non programmato nell’organizzare la conferenza, è l’aver rilevato con chiarezza di sentirsi il proprietario di un’azienda e di rivendicare il diritto di entrare in ogni dettaglio della vita dell’azienda. Un po’ come i piccoli imprenditori del nord est che al mattino, prima di andare in azienda, vanno a pagare le bollette, e perché no, a fare gli acquisti. Questo modello ha consentito al Napoli di andare in Europa più volte della Juve e di porsi come uno dei club più in vista in ambito internazionale. In sostanza è un po’ come se De Laurentiis avesse voluto dire io sono proprietario e manager di una piccola-media impresa e non ho alcuna intenzione di puntare a diventare una grande impresa. Perciò, anche alla luce dei risultati ottenuti fino ad oggi, non ho nessuna intenzione di modificare la struttura societaria. Queste sono scelte che competono solo a lui, che soltanto lui ha il diritto di compiere visto che investe il denaro della “sua” società, delle quali si assume meriti e rischi.
Francamente non so quali straordinari scoop ci si poteva attendere da una conferenza stampa a metà febbraio. La mia sensazione è che tutto quello che doveva esser detto è stato detto, anche al di là delle intenzioni originarie.