Lo affianchi con un nerd di Coverciano. Solo lui può cambiare l’elettroencefalogramma piatto della squadra. È meno folle che richiamare Mazzarri. Berlusconi voleva Dan Peterson al Milan
De Laurentiis porti Pozzecco sulla panchina del Napoli, il nostro Ted Lasso
È giunto il momento delle decisioni storiche. Quel che stiamo per scrivere sembrerà una boutade. Ma non lo è. O comunque non più dell’idea di richiamare Mazzarri in panchina (scrivemmo che era la sua Repubblica di Salò). Facciamo appello a una materia in cui Aurelio De Laurentiis è tra i massimi esperti. Siamo onesti, di calcio il presidente mastica poco nonostante l’ammirevole abnegazione. Ma è un divoratore di serie tv. È un uomo che trascorre nottate a guardare nuove serie tv, a tenere sotto controllo il mercato internazionale, sempre alla ricerca di novità. È vero, come ha detto, che la serie “Vita da Carlo” è stata un successo. Peraltro serie che contiene una insospettabile vena autoironica con la figura del produttore che è Aurelio De Laurentiis sputato.
Veniamo al punto. Anche se con ritardo di una settimana. De Laurentiis deve strambare. Ma veramente. Lui che è un rivoluzionario, che ha idee rivoluzionarie. Che da tempo discute con il suo entourage dell’idea del doppio allenatore. È una delle sue fissazioni (si dice fissazioni?). Gli veniamo incontro. De Laurentiis ha la soluzione per il Napoli, l’unica possibile. Congedi Mazzarri. A proposito non lo chiami più l’amico di famiglia che a noi cinefili fa venire in mente lo strozzino magistralmente interpretato da Giacomo Rizzo nel film di Paolo Sorrentino. Congedi Mazzarri, lo saluti, gli voglia bene. E poi renda il Napoli il primo club a vivificare una serie tv: Ted Lasso (sul Napolista ne scrisse anni fa Raniero Virgilio).
Pluripremiata serie tv che De Laurentiis certamente conoscerà. È la storia di un coach di football americano che – per ragioni che non stiamo qui a spiegare – viene a sorpresa ingaggiato dall’Afc Richmond come allenatore. E Ted Lasso non sa nulla di calcio. Potete facilmente immaginare la serie di situazioni che vengono a crearsi. Attenzione, anche se i risultati non sono il core della serie tv, dopo un inizio tribolato Ted Lasso finisce per giocarsi il campionato.
Ecco, il Napoli ingaggi il suo Ted Lasso. E cioè Gianmarco Pozzecco. È l’unico uomo sulla faccia della terra in grado di riportare entusiasmo a Napoli. Che può scuotere uno spogliatoio che ormai non reagirebbe neanche all’elettroshock. De Laurentiis vada a prenderlo in Francia o dovunque sia. Lo convinca. Lo porti a Napoli. Pozzecco è talmente folle che non potrebbe mai rifiutare. Mai. Gli affianchi un nerd che ha preso il patentino a Coverciano. Usi il metodo Rocky Balboa, conceda una chance al migliore dei neodiplomati a Coverciano, uno che sa tutto di quelle inutilità del calcio contemporaneo. Lui dirige gli allenamenti, Pozzecco fa tutto il resto. Pozzecco li prepara all’agonismo. Pozzecco è uno che ha vinto l’argento olimpico. È uno che la competizione ce l’ha nel sangue. Bisogna solo che non si faccia espellere. Riporterebbe allegria, secondo me persino in Osimhen che non sorride dal giorno dello scudetto. Il nerd prepara tatticamente la squadra e Pozzecco li allena alla vita.
Ricordi, De Laurentiis, che prima di contattare Arrigo Sacchi, Berlusconi pensò a Dan Peterson allenatore del Milan e lo fece avvicinare da Galliani. Lo stesso Peterson l’ha poi raccontata così:
“Durante una pausa di quella serata, Adriano Galliani mi chiese se fossi disponibile ad allenare il Milan e che la proposta arrivava direttamente da Silvio Berlusconi, alla ricerca del tecnico del dopo Liedholm”. Peterson prese tempo. “Non posso darvi una risposta adesso, sarebbe come distruggere la mia amata squadra, la Tracer. Vi chiedo di attendere la fine dei play off di basket”. Ma il Milan di tempo non ne aveva.
Tornando a Pozzecco, parliamo di un allenatore che oggi nell’intervista al Corriere della Sera ha detto:
«Leggevo un saggio interessante: un padre, ma anche chi ha un ruolo di leadership, deve avere fiducia nei figli e così anche in chi deve seguire e fare un percorso. Capire quello che il figlio, nel mio caso anche un giocatore, può dare: tocca a me dopo metterlo nella migliore condizione per raggiungere gli obiettivi. Io come allenatore parto dalla fiducia».
E ancora: «Si parla tanto di squadra e poco di individualità, un aspetto questo fondamentale, ma un po’ trascurato: le squadre sono fatte di individui, il mio compito è agevolare la loro vita di giocatori».
«La prima esigenza di un allenatore si chiama squadra, avere uno spirito di unione. Però, cosa può accadere? Che il tecnico non faccia nulla perché tutto ciò avvenga. Per esempio che tratti male il proprio staff, che sia autoritario, poco rispettoso. Tutto questo non è accettabile. Mai dimenticare che ci si confronta con individui, giovani e uomini di generazioni diverse, con sensibilità differenti: bisogna conoscere il tuo interlocutore. Io chiedo ai giocatori di volersi bene».
De Laurentiis ci ascolti. Pozzecco è la soluzione. Pozzecco is the way. Un uomo che ha creduto alla cura Mazzarri, non ha armi per opporsi a quest’idea. Il Napoli ha bisogno di una scossa. Potrebbe finire malissimo. Ma potrebbero anche schiudersi le porte della storia.