Al CorSera: «La questione “prima guida” oggi non ha senso. Penso anche che Michael Schumacher, uno come Lewis al suo fianco, non lo avrebbe mai voluto»

Jean Alesi, ex pilota Ferrari, parla al Corriere della Sera dell’approdo di Lewis Hamilton nella scuderia di Maranello.
«L’ingaggio di Hamilton da parte della Ferrari vale come segnale molto rilevante per l’intera Formula 1, per ogni vero appassionato, perché genera un abbinamento formidabile, atteso per altro da molti tifosi del Cavallino. Un marchio che ha fatto la storia delle corse che si lega a un campione di eccezionale prestigio».
«Lo spessore di Lewis mi fa pensare a quello di Schumacher, in termini di personalità e carisma, con tutto il rispetto per Fernando Alonso e Sebastian Vettel che pure arrivarono a Maranello carichi di titoli e di una reputazione di primissimo ordine. Dunque, mi aspetto un’avventura elettrizzante, rinnovata corsa dopo corsa, attorno alla quale si concentrerà un interesse universale».
«Benissimo che arrivi Lewis, anche se sono molto dispiaciuto per Carlos Sainz, il cui comportamento e rendimento in questi anni sono stati più che positivi, persino sorprendenti. Risultati, competitività e disciplina. Forte e corretto. Un vero signore del motorismo che a questo punto si trova in una situazione scomoda e immeritata. Anche se sono convinto che troverà altre nuove opportunità, viste le sue doti, il prestigio accumulato correndo al fianco di Leclerc».
Alesi sulla coppia Hamilton-Leclerc
«A proposito di Charles: credo sia consapevole del fatto di trovarsi tra un anno al fianco di un pilota forte agonisticamente, fortissimo sul piano dell’intelligenza applicata alle corse e, in aggiunta, gigantesco se pensiamo al suo valore mediatico».
«Hamilton credo riesca a mettere in ombra chiunque. Di contro Leclerc ha testa e talento per giocare le proprie carte. Che poi, intendiamoci, la questione “prima guida” oggi costituisce un argomento senza alcun senso. Non è più come ai miei tempi: per un team, qualunque team, è tecnicamente impossibile mettere in pista vetture diverse tra loro se pensiamo a come i telai, i motori, vengono realizzati. Per questo credo che saranno le qualifiche, le gare a dettare una gerarchia interna, cosa che renderà, se possibile, ancora più avvincente questo confronto di altissimo livello dentro la Ferrari».
«Comunque, mi viene in mente un’ultima considerazione da aggiungere quasi come una battuta finale: Michael Schumacher, per come lo conosco, per come pensava e agiva, Lewis Hamilton, in squadra, al suo fianco, non lo avrebbe voluto mai».