Su La Stampa. «Sono espansivo». È ai domiciliari accusato di baci rubati, palpeggiamenti, frasi a sfondo sessuale, complimenti inopportuni

Il prof accusato di violenza sessuale a Torino si difende così: «Sono un uomo del Sud, sono espansivo». Di Vella è barese. Ecco cosa scrive La Stampa nella cronaca di Torino.
«Di certo non volevo violare la sfera intima di nessuno. Sono espansivo. Ho un carattere coinvolgente, tipico di chi ha origini
del sud». Il professor Giancarlo Di Vella, ex direttore della scuola di specializzazione di medicina legale, si difende. Davanti
alla giudice Irene Gallesio, si avvale della facoltà di non rispondere. Ma, racconta il suo avvocato, si lascia andare a dichiarazioni spontanee. Parla di un grande «equivoco». E si scusa. «Sono profondamente dispiaciuto se alcuni medici in formazione si sono sentiti offesi dai miei atteggiamenti».
Finito agli arresti domiciliari con una raffica di accuse, dal falso allo stalking alle minacce, ieri pomeriggio è comparso a Palazzo di Giustizia per l’interrogatorio di garanzia. Accompagnato dal penalista Marino Careglio, respinge le contestazioni punto per punto. Ad iniziare dalle accuse di violenza sessuale a carico di cinque specializzande. Baci rubati, palpeggiamenti, frasi a sfondo sessuale, complimenti inopportuni: così è stato ricostruito dal procuratore aggiunto Enrica Gabetta e dal pubblico ministero Giulia Rizzo. E ancora. Minacce verso quegli studenti che si facevano avanti per lamentare alcune carenze formative.
Per il professore si tratta di fraintendimenti. «Il mio modo di interagire con gli specializzandi, che ho sempre definito in modo rispettoso medici in formazione, era finalizzato unicamente a creare una squadra di lavoro affiatata». Spiegazioni. Giustificazioni. Pare anche un breve mea culpa: «Ho capito che, per il ruolo che ricoprivo, forse alcuni comportamenti avrei dovuto evitarli».