Il nigeriano ottiene un ingaggio monstre e fa quello che vuole. Il Madrid offre al francese lo stipendio di Bellingham e Vinicius: viene prima il club
La sottile differenza tra De Laurentiis e Florentino Perez nella gestione dei casi Osimhen e Mbappé
C’è chi sostiene che Aurelio De Laurentiis abbia convocato quella inutile conferenza stampa fiume solo per poter dire che lui conversa abitualmente con Florentino Perez. Ci sembra esagerato, anche perché non ci pare che De Laurentiis tragga alcun insegnamento dalla presunta frequentazione con l’illustre collega. Ovviamente l’obiezione più elementare, quella da lemure diciamo, sarebbe dire: ma davvero vogliamo paragonare Napoli e Real Madrid? Ovvio che no.
De Laurentiis Florentino Perez e la diversa idea di gruppo
Ma il punto è un altro. Il punto è (ANCHE) la diversa gestione dei casi Osimhen e Mbappé. La gestione dell’addio del nigeriano è un caso di scuola di pessima gestione di un gruppo di lavoro, e presenta anche qualche dubbio sulla cultura d’impresa. De Laurentiis rincorre invano il nigeriano un’estate intera e – dopo una serie di scaramucce, gaffes, litigi – lo acciuffa in extremis prima che decada il decreto crescita. Pur di garantirsi il ritorno dei 120 milioni della clausola per la sua cessione, gli riconosce un rinnovo con aumento retroattivo. Osimhen firma il rinnovo posticcio con la clausola in cambio dell’ingaggio annuale di dieci milioni di euro netti. Con la logica conseguenza di aumentare il malcontento nello spogliatoio dove, ad esempio, c’è Kvaratskhelia il cui stipendio non arriva a un milione e mezzo di euro. Kvara non è l’unico scontento. I compagni osservano che il calciatore che guadagna il triplo e il quadruplo (e anche più) di tutti gli altri, vive in maniera piuttosto disinvolta l’appartenenza al Calcio Napoli. Sta fuori cinquanta giorni, rientra con ritardo, non gioca col Genoa. Senza dimenticare i litigi dei mesi precedenti.
Il Madrid non si stende ai piedi di Mbappé
Di contro, al Real Madrid Florentino Perez sta facendo sapere urbi et orbi che la Casa Blanca non è disposta a stendersi ai piedi di Mbappé. Che il Madrid è pronto ad accogliere il fuoriclasse francese ma alle condizioni della casa madre. Che sono le condizioni necessarie e sufficienti per non sfasciare lo spogliatoio, ossia per non creare un caso Osimhen a Madrid. Con le dovute differenze perché, con tutto il bene, Victor è il cugino lontano di Kylian.
Florentino evidentemente ha idee diverse sull’importanza del gruppo e sulla gestione d’impresa. Non a caso il Chiringuito (trasmissione molto vicina a Florentino: ma gli uomini di casa bisogna saperli fare, è un ruolo che va svolto con stile, competenza e savoir faire, altrimenti si passa per camerieri) ha registrato un video di cinque minuti in cui ha fatto sapere che, se dovesse accettare la proposta del Madrid, Mbappé non guadagnerebbe più di Bellingham o di Vinicius. Il Real Madrid non si snatura nemmeno per il calciatore più forte del mondo. Ne riconosce il valore, ci mancherebbe, ma non calpesta ogni minima regola di gestione del gruppo. Sa che altrimenti ci sarebbe il disastro.
Evidentemente queste conversazioni tra De Laurentiis e Florentino Perez restano a un livello molto superficiale. Troppo.