Meret compie tre parate degne di questo nome. Traoré conferma le buone impressioni, ha il vantaggio del confronto con l’inutile Cajuste
Le pagelle di Napoli-Barcellona 1-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. Stasera conta più lo spirito che la carne, cara Ilaria: Francesco Calzona alias il Terzo si presenta come un novello San Paolo e io mi genufletto devotamente dinnanzi alla sua analisi. Nell’arco di due giorni sembra aver compreso tutto e ha acceso una fiammella dopo il buio del Violinista e le tenebre dell’Orologiaio Confuso. Stasera il Napoli non è la rassegnata banda di pellegrini vista sino a sabato scorso e ha aperto una fase di speranzosa convalescenza. E lo spirito soffia soprattutto sul giovane Meret, certamente tra i migliori, nonostante qualche titubanza e nonostante quei lanci mentre i compagni rientravano dal fuorigioco – 6,5
Se non fosse stato per Meret staremmo probabilmente parlando di una sconfitta: almeno tre le parate degne di questo nome nel primo tempo, tutte di istinto e grande prontezza di riflessi. Si fa trovare pronto persino quando Di Lorenzo tenta di buttare tutto all’aria con un passaggio al limite del suicidio. E’ lui che tiene in vita il Napoli e spinge i compagni a non mollare, merita di più – 7
DI LORENZO. L’Euroappuntato è il primo ad apparire meno pellegrino e più convalescente. Qualche brivido in difesa lo fa provare ma è bravo a ripartire e a far ammonire l’olandese biondo. Il gol blaugrana passa in mezzo alle cosce sue e di Amir epperò non ne farei un tema da seminario, vista la bellezza fulminea e verticale dell’azione. Eppoi Di Lorenzo e Na-Politano ridanno un po’ di smalto alla destra azzurra – 6
Io continuo a vedere un capitano confuso e sofferente. Il gol in mezzo alle sue gambe non è un belvedere, ma c’è da dire che prova a mettere una toppa al buco creato da Rrahmani. Solo che la toppa è venuta peggio del buco. Lo smalto ancora non lo vedo – 5
RRAHMANI. La mezz’ora iniziale del Barcellona è semi-infernale e lui e Giovannino Gesù la sfangano senza fare danni irreparabili al contrario di altre volte. Alcune deficienze restano ma consideriamo che nella terra di mezzo l’acerbo e spaesato Cajuste non argina mai (soprattutto il teutonico dal cognome turco) – 6
Nel primo tempo è tutto sommato sufficiente, poi, però, ne combina una delle sue: lascia libero Lewa e lui fa gol – 5
JUAN JESUS. Non principia bene con quel buco enorme che lascia subito a Yamal, ma Giovannino Gesù è un lento pede che carbura un poco alla volta. In ogni caso, al netto della sua prova onesta e tutto sommato positiva, la questione del centrale da affiancare a Rrahmani è uno dei nodi gordiani che Calzona il Terzo dovrà provare a tagliare. E io continuo a votare per il Norvegese Volante – 6
Dà fondo a tutta la sua esperienza e questo è sicuramente un merito. Bello l’intervento pulitissimo sulla palla al 30′, per il quale, ingiustamente, l’arbitro lo richiama – 6
OLIVERA. Una partita tostissima quella dell’uruguagio, fatta anche di anticipi virili, come quello da cui origina il pareggio azzurro – 6,5
Ordinato e attento, rende totalmente inoffensivo Yamal e lo fa da solo, visto che Kvara è un fantasma – 6,5
ANGUISSA. Lo spirito del novello San Paolo in panca lo fa ritornare Zambo per larghi tratti della partita. Ed è il suo il servizio vincente per il gol di Victor Victoria – 6,5
Nel primo tempo appare parecchio svogliato, poi si riprende e trova l’assist per Osimhen in mezzo a tanti catalani. Se non fosse per questo il voto non arriverebbe alla sufficienza – 6
LOBOTKA. Il Caro Lobo, Ilaria, incarna il doppio calzonismo slovacco e napoletano. E si vede, eccome. Non che avessimo dubbi: Lobo ha provato a fare disperatamente Robotka pure coi primi due sciagurati scelti dal Duce Aurelio e adesso torna finalmente a casa. Recupera, amministra e talvolta si spinge con successo oltre la trequarti. Unico neo: nella fase iniziale l’ossessione della costruzione dal basso rischia di essere un suicidio – 7
Per almeno un’ora è poco brillante e impaurito, tentenna più di una volta e lo si vede dai passaggi all’indietro privi di coraggio. Poi arriva il gol di Osimhen e cresce anche Lobotka – 5,5
CAJUSTE. Deambula senza meta e senza spirito. Vale lo stesso discorso fatto per Juan Jesus in difesa. In questo caso: epurati Zielinski e Demme, venduto Elmas, dato in prestito Gaetano, non resta che l’ivoriano appena arrivato – 5
Totalmente inutile: regala una marea di palle al Barcellona. A centrocampo non argina mai – 4,5
TRAORE’ dal 67’. Amplifica la buona impressione fatta già sabato col Genoa. Epperò nella terra di mezzo a tre non basta solo saper offendere, c’è anche da faticare per non lasciare solo Lobo (talvolta in balia delle amnesie di Zambo) – 6
Entra con il piglio giusto e accumula altri minuti importanti nelle gambe. C’è da dire che dopo Cajuste chiunque sarebbe apparso sufficiente – 6
POLITANO. Il Napoli tira una sola volta in porta, ma Na-Politano non si rassegna mai e soprattutto non si perde nella sua ammuina borbonica degli ultimi tempi – 6,5
In attacco è piuttosto evanescente, ma ripiega spesso per dare una mano ai compagni e lì non demerita. Un po’ di panchina forse non guasterebbe – 5,5
RASPADORI dal 76’. L’ora dello spirito è scoccata anche per lui. Speriamo bene – 6
Sembra un agnello sacrificale: ancora una volta gioca in una posizione non sua. E si vede – 5,5
OSIMHEN. Il Napoli, appunto, tira una sola volta in porta e segna. E a fare gol è proprio lui, il figliol prodigo di ritorno dall’Africa. Poi esce, come se nulla fosse. I segni, Ilaria, sono importanti – 6,5
Stanco, offuscato da Araujo per gran parte della partita, poi gli arriva l’unica palla buona della serata e fa gol. I campioni sono questi, Fabrizio – 6,5
SIMEONE dal 76’. Il Cholito non sembra smarrito come sabato – 6
Io invece non ho trovato miglioramenti: gli arrivano due palle buone e le getta alle ortiche entrambe – 5
KVARATSKHELIA. Ahi, ahi Ilaria. Calzona non guarda i nomi, ma il campo, e lo sostituisce a più di venti minuti dalla fine. A fronte di compagni che appaiono rinati, il Che Kvara stasera non predica calcio – 5
Prezioso e insostituibile nelle ultime partite, quando ha primeggiato su compagni lenti, confusi e svogliati, ieri è stato un giocatore del tutto normale – 5
LINDSTROM dal 76’. La sinistra pragmatica – 6,5
Entra bene in campo: recupera tante palle e ci prova. Fa più lui che Kvara. Con Calzona diventerà titolare, almeno una volta? – 6
CALZONA. Che piaccia o no (il modulo), il quattro tre tre è una vocazione religiosa, un’ossessione fideistica. E a differenza di Garcia e Mazzarri, il calabro-toscano ha le stimmate del sarrismo e dello spallettismo. Forse è questo che hanno percepito i giocatori, chissà. Come quando al calcio d’inizio sono in nove sulla linea di metà campo. E tra paura e spirito, stasera prevale certamente quest’ultimo. In tempi di terzo mandato e terza via, Francesco Calzona è il terzo allenatore di questa fallimentare e incredibile stagione del Duce tuttofare e familista. Ha debuttato in Champions (forse un record mondiale) e dal punto di vista psico-calcistico ha iniziato a tirare fuori la squadra e noi tifosi dalla valle della dannazione. Forza Calzona – 7
Ha avuto solo due giorni per parlare alla squadra, non mi sento di attribuirgli meriti che non può avere. Certo, Fabrizio, con tutto il bene per Walterone, un giocatore non può non rendersi conto della differenza tra l’avere in panchina Calzona o Mazzarri. La speranza è tutta in questo – 6
ARBITRO ZWAYER (GERMANIA). Il Barcellona reclama invano un rigore. Meglio così – 6
Non credo di aver mai visto un arbitro europeo interrompere così spesso il gioco anche per episodi che non avrebbero dovuto nemmeno essere presi in considerazione.