Una frase senza malizia ma con spietato realismo certifica la considerazione che si ha oggi della squadra campione d’Italia
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“Persino il Napoli può agganciare la Lazio”. È una frase buttata lì senza cattiveria ma con realismo. Al Messaggero la crisi della squadra di Sarri la spiegano con quella frase, sette paroline. La sostanza è: la Lazio sta messa talmente male che stasera persino quegli scappati di casa del Napoli (vincendo in casa del Sassuolo) potrebbero agganciarla. C’è poco da aggiungere. È un passaggio che rende ulteriormente chiara l’immagine che si ha oggi del club campione d’Italia, club precipitato in una crisi che sembra senza fine.
Il Napoli cartina di tornasole della crisi laziale
Ecco cosa scrive il quotidiano romano:
La prova del nove (punti e gol segnati in meno, e reti subite in più dell’anno scorso) fa calare momentaneamente il sipario. Forse non basta più nemmeno un miracolo per riprendersi la Champions. Con il terzo ko nelle ultime cinque gare di campionato, la Lazio viene sorpassata dalla Fiorentina, scivola all’ottavo posto: il Bologna è distante 8 punti al quarto, l’Atalanta è a +6 al quinto, con una gara in meno da recuperare stasera contro l’Inter a San Siro.
Aspettando il derby, ora gli scontri diretti sono quasi tutti in negativo. E persino il Napoli oggi, vincendo contro il Sassuolo, può agganciare i 40 punti biancocelesti, frutto di una media di 1,53 a incontro. Sarri dovrebbe alzarla a 2,75 a gara, nelle prossime 12 giornate, dal momento che la proiezione della qualificazione in Champions è di circa 73 punti, ormai dal 2017/18. Difficile essere ottimisti, guardando il rendimento, il prossimo appuntamento (venerdì c’è l’anticipo col Milan all’Olimpico).
La fatica di Tare con Sarri
Igli Tare, ex direttore sportivo della Lazio, ha rilasciato un’intervista a Radio Serie A. L’estate scorsa, Igli ha lasciato la Lazio non senza qualche rumors sui rapporti con Lotito e con Sarri. Proprio il rapporto con l’attuale allenatore è qualcosa che Tare ha voluto chiarire:
«Lo considero un buon allenatore, ma fuori dal campo è difficile creare un rapporto, ho fatto molta fatica a comunicarci. Eravamo tutti consapevoli di questo limite comunicativo che lui ha, ma la scelta fatta tre anni fa è nata perché si chiudeva l’era di Inzaghi e c’era necessità di rivoluzionare e creare un progetto scioccante, opposto rispetto a quello che avevamo con Inzaghi. Ho scelto io di portarlo a Roma, in accordo con la presidenza. Non ho mai avuto problemi con lui, me lo confermò anche in una cena prima dell’ultima partita dello scorso campionato».