Con la finale a Rotterdam, raggiunto il terzo posto nel ranking. Alla Gazzetta «Premio alla continuità, alle scelte e al lavoro degli ultimi anni»
Sinner si avvia a scalare il podio del ranking Atp. Con la finale raggiunta al Rotterdam Open, il tennista italiano si è assicurato il terzo posto nella classifica mondiale. Oggi pomeriggio la finale contro De Minaur. Scavalcato Medvedev, davanti adesso rimangano Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. L’unico italiano a raggiungere la terza posizione nel ranking mondiale fu Nicola Pietrangeli nel 1959. La Gazzetta dello Sport lo ha intervistato.
Pietrangeli: «Premio alla continuità dei risultati e, nel caso di Sinner, alle scelte e al lavoro degli ultimi anni»
Le parole dell’ex tennista alla Gazzetta.
Quanto vale per un giocatore il terzo posto?
«Tantissimo, allora come oggi. Perché è un premio alla continuità dei risultati e, nel caso di Jannik, alle scelte e al lavoro degli ultimi anni. Salire tante posizioni in classifica se parti da dietro magari non è così complicato, ma quando sei al top un posto guadagnato costa enormi sacrifici e quindi ti ripaga di più».
Il numero 3 è solo una tappa intermedia verso la vetta della classifica?
«Come è giusto che sia per un campione con le sue qualità. Ha appena vinto uno Slam, e la classifica è sempre una conseguenza delle grandi vittorie. In questo momento lui, Djokovic, Alcaraz e Medvedev sono sullo stesso piano, e negli ultimi tre mesi forse Jannik ha avuto qualcosa in più, quindi è legittimo che ci pensi. Però starei molto attento a dare Djokovic per finito. È un fenomeno in possesso di mille risorse e nei due Masters 1000 americani non avrà punti da difendere».
Si può immaginare una stagione di Sinner ai livelli delle migliori annate di Federer, Nadal e Djokovic?
«Perché no? Non mi sorprenderebbe affatto, stiamo parlando di un ragazzo che ha avuto una crescita impetuosa in tutti gli aspetti del gioco e che mentalmente è sempre stato fortissimo».
«Sulla terra mi sentivo certamente il numero uno»
Pietrangeli si sentiva davvero numero tre o pensava di valere qualcosa di più?
«Sulla terra mi sentivo certamente il numero uno. Allora si giocava sulla terra o sull’erba, e si facevano anche le classifiche separate. Diciamo che dall’altra parte, con Laver c’era poco da fare… Farei le classifiche annuali e non su due anni. Adesso, se hai un piccolo periodo di crisi rispetto alla stagione precedente, rischi di perdere troppe posizioni».