Mazzarri confuso va su e giù con l’aria svagata e aliena di chi è estraneo ai fatti. Un intruso.
FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 24° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2023-24
Scolora sempre più lo scudetto sulle maglie azzurre.
Allo scadere salvo il risultato.
Ma non la faccia, contro i grifagni grifoni che dovevano essere preda facile.
Ma niente è ormai facile per questa squadra.
Una squadra nel caos.
Una società nel caos.
Osi non veste l’azzurro da due mesi, eppure può permettersi di prendersela comoda.
Orribile gestione.
Un primo tempo evanescente. Abulico e svogliato.
Come ormai d’abitudine. Non uno schema.
Non un’azione ragionata.
Un fraseggio infinito senza senso.
Una difesa lenta e scarsa.
Più Zombi che Zambo a centrocampo.
Più ciola che Chiolito in attacco.
Sì, il possesso. Ma a che serve il possesso?
Se questi qui danno la sensazione che di quel pallone fra i piedi non sanno proprio cosa farsene.
Qualche giocata di Kvara.
Un’occasioncella sciupata dallo sciagurato Chiolito.
Poi è l’Albatros rientrante che si mette in evidenza, salvando due volte su Retegui.
E si sa cosa vuol dire se un portiere risulta il migliore.
Inizio ripresa e genoani in vantaggio.
Natan, subentrato all’incazzatissimo norvegese, ripaga subito della fiducia.
Si perde Frendrup al limite dell’area, che può sparare in gol indisturbato.
È il baratro.
Il tecnico confuso va su e giù con l’aria svagata e aliena di chi è estraneo ai fatti. Un intruso.
Ma pare non si limiti solo a quest’aria, il tecnico confuso.
Ma sì, non ci resta che ridere.
E allora prendiamola con leggerezza.
Si sussurra anche di altre sinfonie d’arie più sconvenienti. Ai limiti dello scatologico.
Sicchè dalle parti della panchina è tutto un tappar di nasi e tutto un fuggi fuggi in cerca di debite distanze più salubri.
Oddio fosse solo per questo.
Sono licenze frequenti, che accomunano da sempre personaggi anche molti illustri.
Da Cesare a Einstein, si dice.
Anche Strehler, ricordo, durante le prove era dedito costantemente a questa attività.
Con la differenza che ogni a esalazione di quel sant’uomo accorreva la folla di adoranti assistenti, tecnici, attori.
Tutti tesi a inspirare a pieni polmoni per non perdersi quell’onda magica che generava effluvi di genialità.
Questo qui invece spara soltanto, e poi sistematicamente perde punti.
Una Camusso annoiata che diavolo ci fa lì in panchina?
Già, i cambi. Ma sempre senza criterio.
Dentro tanti uomini offensivi.
Tutti dentro l’area.
Sperando in una reazione.
Alla fine lo schema di questo tecnico è elementare.
Da calcio balilla.
Tutti fermi sulla stecca.
Poi quando si perde, gli schemi saltano e la squadra diventa pericolosa.
Per disperazione.
Sarà proprio uno dei subentrati, Cyril Ngonge a firmare un pareggio ormai insperato proprio allo scadere.
Ma quale zona Mazzarri.
La ragione è il cambio di atteggiamento.
La reazione. La disperazione, appunto.
E’ un pareggio.
Che sempre un disastro è.
Il destino si diverte.
E la giornata esalta alcuni azzurri che giocano altrove.
Gianluca Gaetano è al secondo gol cagliaritano in due gare.
Ma la perla da fuoriclasse è firmata da Michael Ijemuan Folorunsho.
Gol capolavoro. Di rarissima fattura.
Suslov batte il calcio d’angolo, la palla viene allontanata dalla difesa bianconera nella zona di Folorunsho.
Il quale, indietreggia, e poi fa partire un collo pieno all’altezza della lunetta dell’area di rigore e insacca sotto il sette dove il portiere dalle mille consonanti nulla può.
A proposito complimenti a Baroni.
Non so come abbia fatto.
A gennaio gli hanno cambiato radicalmente la squadra.
E lui, in breve tempo, ha messo su un gruppo tosto e motivato.
Un miracolo autentico.
Ormai l’interesse per il campionato si riduce al mini-torneo per l’ingresso in Europa.
Dea scatenata alla quinta vittoria consecutiva.
Eroe di giornata Marco Carnesecchi ventitreenne riminese. Para due rigori a Pinamonti, scrive la storia e si candida a un posto in Nazionale.
Quarta vittoria consecutiva per il Bologna che espugna l’Olimpico.
Gioca così bene Thiago che a volte ricorda una squadra di Fra Cipolla di qualche secolo fa.
E fa venire i lucciconi.
Mi piace per come utilizza i due centrali di difesa con una libertà da difesa a tre.
Mi piace per come difende uomo su uomo.
Mi piace per come usa il possesso e lo sfrutti per verticalizzare.
Mi piace per come usa la punta mobile, e per l’utilizzo atipico del trequartista.
Derby laziale allo Stirpe.
Se i ciociari avessero chiuso il primo tempo con tre gol di vantaggio nessuno avrebbe eccepito.
Ma il calcio è questo. E a volte è crudele.
Se Kaio Jorge divora tutto ciò che è divorabile in modo esilarante a un metro dalla porta, alla fine la nemesi interviene e si fa impietosa.
Succede allora che Dean Huijsen diciottenne olandesino fischiato ad ogni tocco di palla, sbeffeggiato, oltraggiato perché a gennaio scelse la Città Eterna alla Ciociaria, lui, che è difensore, parte palla al piede dalla sua metà campo, se ne beve due, e segna un gran gol che cambia la partita.
Poi, da adolescente, porta il dito sul naso a zittire la folla.
Oddio, che scorrettezza, oddio, che orrore! Giallo.
E Capitan Futuro lo sostituisce. Così impara.
Va a capire.
E il gesto di Acerbi, sette giorni fa?
Poi nella ripresa, fuori Romelu spompato, dentro Pellegrini che dà equilibrio e razionalità. E i Sangue-Oro dilagano.
Ma il match clou è di scena a Monza.
Dove si consuma il Derby del Patonza.
John Malkovich regala ai padroni di casa un turn over scellerato.
Parte senza l’attacco titolare.
A questa leggerezza si aggiunge un Thiaw disastroso e uno Jovic scemo.
Il tecnico allora ci ripensa.
Corre ai ripari. Dentro le star.
E il Diavolo si ritrova.
Seppure in dieci, riprende il risultato con due gol in venti minuti.
Poi il folle finale.
L’eurogol di Bondo e il definitivo 4-2 di Colombo.
Insomma una memorabile figuraccia.
Era tutto apparecchiato per il sorpasso.
Fallita la grande occasione di scavalcare i bianconeri al secondo posto in classifica.