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Quando De Zerbi affascinò il Barcellona con una lezione sulla costruzione da dietro (Sport)

Era il 2020, tenne una lezione ai tecnici della Masia. Ora il club catalano lo vorrebbe per il dopo Xavi (se si libera a zero)

Quando De Zerbi affascinò il Barcellona con una lezione sulla costruzione da dietro (Sport)
Torino 17/03/2021 - campionato di calcio serie A / Torino-Sassuolo / foto Image Sport nella foto: Roberto De Zerbi

Il Barcellona sta seriamente valutando Roberto De Zerbi come futuro allenatore, dopo l’annuncio dell’addio di Xavi a fine stagione. Anche se una delle opzioni per il club catalano è che il tecnico attualmente del Brighton, come riportato da Sport, si liberi a zero dal club inglese.

De Zerbi affascinò Barcellona nel 2020 con una lezione sulla sua idea di gioco

Il tecnico e il Barcellona si sono già incontrati nel 2020. Il quotidiano catalano ricostruisce quell’incontro avvenuto quando c’era la pandemia, nell’ambito di un ciclo di lezioni tenute da vari allenatori. Scrive il quotidiano Sport:

14 maggio 2020. Le quattro del pomeriggio. Master in Calcio organizzato dal Barça Innovation Hub e l’Inefc di Barcellona (Istituto Nazionale di Educazione Fisica). Con “Costruire. Idea di gioco e principi di base” parlò l’allora allenatore del Sassuolo, Roberto De Zerbi. Gli allenatori, i coordinatori e gli assistenti ascoltarono attentamente una lezione di calcio che affascinò tutti i presenti. Isaac Guerrero, appartenente all’area metodologica del club, lo presentò come “uno dei massimi esponenti in Italia della proposta di gioco che condividiamo nella nostra squadra in relazione all’espressione del gioco del Paese”.

L’allora 38enne allenatore del Sassuolo tenne una presentazione di oltre due ore sui suoi principi di gioco e le relative sedute di allenamento incentrate sulla costruzione da dietro. De Zerbi confessò di essere un sostenitore integralista del Barça di Guardiola, che descrisse come “il vero Barça”. Spiegò anche che toglie pressione ai giocatori dicendo loro che di qualsiasi errore è lui responsabile; questo ha provocato in loro totale libertà di giocare. Gli allenatori presenti rimasero affascinati anche dall’energia con cui l’italiano spiegato di essere stato un centrocampista che amava giocare palla al piede e che come allenatore voleva controllare le partite.

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