Il giovane allenatore che piace al presidente potrebbe mettere d’accordo anche le diverse fazioni dei tifosi
Tedesco sulla panchina del Napoli
Da decenni la piazza napoletana è divisa praticamente su tutto: filo-societari e “papponisti”, “giochisti” contro “risultatisti”, chi vorrebbe il grande nome in panchina e chi invece preferisce un cosiddetto “emergente”, tra chi preferirebbe un allenatore di grande esperienza e chi invece vorrebbe un “innovatore”.
Per non parlare del sistema di gioco: c’è chi preferisce giocare con le due punte vicine e chi vuole una sola punta centrale (con due esterni sulle fasce), chi vorrebbe due centrocampisti centrali e chi tre, chi desidera il trequartista, chi preferisce gli esterni offensivi e chi li vorrebbe entrambi, chi vuole il regista davanti alla difesa e chi in quella posizione predilige il classico mediano-incontrista di quantità, di vuole una linea difensiva composta da due difensori centrali e due esterni e chi invece preferisce i tre difensori centrali e due fluidificanti “a tutta fascia”, etc.
Il Napoli e i napoletani
In una siffatta situazione è normale che, per il futuro prossimo, ognuno desidera avere in panchina un allenatore diverso, eppure tra i tantissimi nomi accostati al Napoli per la prossima stagione, un tecnico che potrebbe (forse!) mettere un po’ tutti d’accordo potrebbe essere l’attuale CT del Belgio, l’italiano cresciuto in Germania, Domenico Tedesco.
Non rappresenta di certo il “grande nome” che vorrebbero alcuni, ma nemmeno una scommessa, è senza dubbio un esponente della cosiddetta “nouvelle vague”, ma al tempo stesso ha già accumulato una discreta esperienza internazionale avendo allenato, prima della Nazionale belga, squadre come RB Lipsia, Spartak Mosca e Schalke 04 (oltre ad aver guidato le giovanili di Stoccarda e Hoffeinhem) e finora in carriera ha utilizzato un po’ tutti i moduli, alternando sistemi di gioco con tre difensori centrali e con due, giocando con una punta e con due, adottando atteggiamenti offensivi ma anche più prudenti, sapendo attaccare con tanti uomini ma anche difendere basso…
Insomma un allenatore “completo”, versatile e per nulla intregralista che, proprio per queste sue caratteristiche, potrebbe accontentare un po’ tutte le varie “anime” dell’ambiente partenopeo.
Chissà, che non sia proprio lui il prescelto di Aurelio De Laurentiis per il prossimo anno, magari in coppia con l’attuale Direttore Sportivo del Bologna (nonché in ex Chievo e Atalanta) Giovanni Sartori, due nomi dai quali ripartire per (ri)costruire il futuro del Napoli.