A Sky: «Le persone che erano a conoscenza del mio progetto potevano fermare la polemica. Si poteva evitare di mettere dubbi sul mio patriottismo»

Arianna Fontana, pattinatrice short track, è la donna italiana più medagliata di sempre ai Giochi Olimpici. L’atleta ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di Sky. Di seguito alcuni estratti dell’intervista condotta da Danilo Freri.
Arianna Fontana: «Nello short track conta non far capire come ti stai preparando»
Negli ultimi Mondiali a Rotterdam ha conquistato il bronzo dopo due anni senza gare. Prima dei Mondiali però l’inchiesta su due colleghi accusati da Fontana di averla fatta cadere in allenamento:
«C’è stato un giudizio di primo grado, aggiungere altro in questo momento non lo ritengo giusto e opportuno. Ci sarà tempo e modo più avanti per parlarne».
Hai detto che dovevi metabolizzare la cosa. Lo hai fatto?
«Più che altro dovevo parlare con Anthony e capire se la cosa avrebbe avuto un effetto negativo sui mondiali che erano poi in programma nel week end successivo. Quindi era più per quello. Parlandone con Anthony, amici e familiari, ho deciso che questa situazione volevo tenerla lontana dagli allenamenti e dalle competizioni, come ho sempre fatto. Dovevo continuare ad avere questo approccio ed è per questo che mi avete rivista in gara».
Quindi non escludi di poter fare ancora un ricorso?
«Stiamo valutando con i miei avvocati».
Questa vicenda ha portato Fontana all’ipotesi di gareggiare alle prossime olimpiadi sotto una bandiera diversa da quella italiana.
«Devo fare qualche passo indietro. Dopo l’Olimpiade di Pechino, siamo stati a Roma per la riconsegna del tricolore. In quell’occasione c’è stato un incontro con la Federazione e il Coni, dove c’è stata la riconferma che volevo arrivare alle prossime olimpiadi cercando di partecipare sia nello short track che in pista lunga. Avevo proposto questo mio progetto e verbalmente Federazione e Coni mi sostenevano. Da lì in avanti io e Anthony, soprattutto Anthony… ha cominciato a lavorare sulla preparazione per aiutarmi a cercare di competere in entrambe le discipline.
Per questo motivo mi sono poi ritrovata a Salt Lake City nel gennaio del 2023. Era la prima volta che potevo testare se era una cosa fattibile. In quella settimana mi sono allenata sia nello short track che in pista lunga: finivo un allenamento, cambiavo pattini e continuavo. Abbiamo fatto tutte le prove possibili e immaginabili e lì abbiamo capito che si poteva fare. Da lì è nato quel post da cui è scaturito tutto…».
Quindi non era un post in cui ipotizzavi di cambiare squadra?
«No. Qui devo inserire questa cosa: il fatto che sono sempre stata criptica, o meglio ho sempre cercato di omettere delle informazioni. Lo short track è uno sport dove sei uno contro l’altro, conta anche non far capire all’avversario come ti stai preparando, che sta succedendo».
Hai voluto confondere un po’ e cose e le hai confuse anche in Italia
«Ho cercato di omettere anche in passato delle informazioni. Questo caso non è stato diverso. Chi non era a conoscenza dei miei progetti di unire short track e pista lunga ha interpretato la cosa pensando subito al passaggio di nazione…».
Quindi ipotesi cambio di nazionalità definitivamente chiusa?
«Certo, la mia intenzione era tornare a gareggiare e l’avevo comunicato alla Federazione. Le persone che erano a conoscenza del mio progetto e del percorso che avevo iniziato potevano tranquillamente fermare la cosa sul nascere. Ma alla domanda ‘Lascerai andare Arianna a gareggiare con gli Stati Uniti’, la risposta è stata si… Con quello c’è stata una escalation che poteva sicuramente essere evitata. Si poteva evitare di mettere dubbi sul mio patriottismo e l’amore che ho verso il mio paese. Paese che ha rappresentato anche mio marito Anthony come atleta e come allenatore nelle ultime due Olimpiadi».
Il programma per il futuro di Arianna Fontana? Hai parlato di mancanza di fiducia totale nei confronti dei responsabili tecnici italiani? È cambiato qualcosa?
«Adesso sono in attesa della conferma di un incontro con la Federazione e il CONI, perché è il primo passo fondamentale per poter andare avanti. Io e Anthony siamo pronti nuovamente a condividere il nostro progetto, la nostra programmazione, in modo che sia tutto chiaro, confermato, e che ci si possa allenare nel modo migliore e più sereno possibile. Questo è il primo passaggio. Per la prossima stagione l’obiettivo è gareggiare in entrambe le discipline, short track e pista lunga.
Non è una cosa semplice, non ci sono tanti atleti che sono riusciti a farlo. Sto avendo tanto supporto da chi ha fatto questo passaggio da short track a pista lunga e anche dall’unica che ha vinto una medaglia nelle due discipline nella stessa Olimpiade: Jorien ter Mors. Avere il suo sostegno significa tanto, perché siamo sempre state avversarie testa a testa in pista».