1-0 al Maiorca, il quotidiano Sport: “forse la squadra non ce la fa più”. La vittoria nella ripresa grazie a una magia di Yamal
Barcellona soporifero e inguardabile, dai tifosi qualche fischio e poi il canto: “martedì fuori le p…”. È quel che scrive il quotidiano catalano Sport nella cronaca di Barcellona-Maiorca 1-0 partita decisa da una magia di Yamal 16 anni.
Ecco cosa scrive Sport:
Il Barça ha preso i tre punti contro il Maiorca, grazie a un’iniziativa personale di Lamine Yamal. I Blaugrana mettono pressione su Real Madrid e Girona, che giocano nel weekend, e non escono dalla classifica. Tuttavia, la squadra di Xavi Hernández dovrà migliorare, e molto, se vuole passare il turno in Champions contro il Napoli martedì. Una squadra piatta senza scintille, che è stata sostenuta dall’audacia di Cubarsí in difesa e Lamine in attacco.
Che sia stato a causa del giorno feriale, o delle tante assenze, o semplicemente perché la squadra non ce la fa più, il primo tempo è stato davvero soporifero. Senza ritmo, senza pericoli e senza idee per un Barça che ha finito per ricevere fischi dai propri tifosi a causa della mancanza di occasioni contro un Maiorca che, nonostante sia finalista di Coppa, continua ad accarezzare la zona retrocessione. L’unico che è riuscito ad esaltare i 38.225 spettatori dai loro posti è stato Cubarsí con azioni difensive di un vero veterano.
Sport definisce insipidi Raphinha (poi uscito per infortunio) e scrive che non ha funzionato l’esperimento Gundogan in cabina di regia. Gundogan ha anche sbagliato un calcio di rigore.
La partita è stata rianimata da Yamale che ha colpito un legno e poi ha segnato. I tifosi sugli spalti cantano: «martedì fuori le palle».
A Barcellona rimpiangono Busquets
Con soli due centrocampisti sani, il Barcellona si avvia al ritorno con il Napoli pieno di insicurezze e timori. Seguito dalla stampa spagnola, non solo catalana. Oggi El Paìs dedica una pagina all’equilibrio perduto del suo centrocampo. Un epitaffio, quasi: quanto manca Busquets. Era lui l’equilibrio della squadra, dai tempi di Guardiola a quelli di Xavi.
“Senza Busquets, il Barça ha dovuto improvvisare – parola di riferimento nell’attuale consiglio d’amministrazione – l’acquisto a basso costo di Oriol Romeu per 3,5 milioni. Il fair play è come una torta, se mangi una parte di quella torta per un interno (Gündogan) e un difensore centrale (Iñigo Martínez), di cui non avevi bisogno, o meglio che non erano una priorità, allora ti resta meno da utilizzare nei ruoli chiave per rafforzare la rosa”. E insomma, no Romeu non s’è rivelato il nuovo Busquets.
“Il Barça, quindi, ha iniziato a sentirsi debole, senza l’affidabilità difensiva che aveva dimostrato la scorsa stagione, quando aveva mantenuto la porta inviolata 26 volte. Nello staff tecnico e nella dirigenza sportiva avevano la stessa tesi: manca l’equilibrio fornito da Busquets. Uno squilibrio che si era aggravato senza Gavi (infortunato) e senza il lavoro collettivo su tutte le linee”.
Hanno adattato Christensen come perno. Con la presenza del danese a centrocampo, titolare nelle ultime sei partite (tre vittorie e tre pareggi), la squadra sembrava aver ritrovato l’equilibrio perduto. Persi De Jong e Pedri, ora sono rimasti Fermín e Gündogan. Xavi ha detto che può provare a riadattare Joao Félix, Raphinha. Ma tutti, tutti, ripensano a quanto sarebbe servito uno come Busquets, adesso.