Mettersi al timone di una nave allo sbando presuppone lucidità e saggezza, comunicazione essenziale, rigore e velocità di manovra.
Il Napoli non ha modificato la sua posizione in classifica. È ancora abbastanza lontano dal quanto posto che gli garantirebbe la qualificazione per la prossima Champions e da qualsiasi altro piazzamento per l’Europa. Eppure i nove gol messi a segno nell’ultima settimana, così come i risultati hanno modificato le speranze e la narrazione della squadra di De Laurentiis. Non c’è dubbio che l’artefice di tutto questo sia il nuovo tecnico, Francesco Calzona, che ha saputo riportare ordine tra e fila azzurre con tre semplici mosse: difesa alta, costruzione dal basso, riaggressione della palla. Del piccolo miracolo
Calzona ha scritto quest’oggi Monica Scozzafava sul Corriere della Sera
Il merito di Calzona
“Calzona, 55 anni e all’esordio in un club da primo allenatore, ha avuto il merito di anteporre la squadra a se stesso. Intuire che il problema del Napoli, scudettato e sprofondato, è mentale.
Mettersi al timone di una nave allo sbando presuppone lucidità e saggezza, comunicazione essenziale, rigore e velocità di manovra. Ha badato al sodo, Ciccio il «normalizzatore». Senza perdersi in analisi da psicologia spicciola. Nove gol in una settimana (sì vabbè è tornato Osimhen…) sono la fotografia del cambio di rotta. Se sarà o meno la svolta definitiva lo si capirà più avanti, ora lo stesso Calzona non ha tempo per soffermarsi su proiezioni lontane. Il porto sicuro per la nave-napoli ancora non esiste, c’è una (rin)corsa Champions partita quasi a occhi bendati, senza sapere neanche se basterà arrivare quinti in classifica”.