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Gascoigne non ha una casa e combatte contro l’alcolismo: «Ora sono un ubriaco triste»

Al podcast High Performance: «Il vero Gazza non lo conosce nessuno. Nemmeno io mi riconosco a volte. Continuerò a combattere, cederò solo quando sarò in una bara».

Gascoigne non ha una casa e combatte contro l’alcolismo: «Ora sono un ubriaco triste»
1996 archivio Image Sport / Calcio / Glasgow Rangers / Paul Gascoigne / foto Imago/Image Sport ONLY ITALY

L’ex calciatore inglese della Lazio Paul Gascoigne ha rivelato di non avere una casa e di vivere nella stanza degli ospiti a casa del suo agente; inoltre, è tornato a frequentare le riunioni degli Alcolisti anonimi, mentre sta combattendo un’infinita battaglia per rimanere sobrio. Nella sua intervista al podcast High Performance ha rivelato:

«Ero un ubriaco felice. Non lo sono più. Sono un ubriaco triste. Non esco e bevo in casa. La gente conosce Paul Gascoigne, ma il vero Gazza non lo conosce nessuno. Nemmeno io mi riconosco a volte. Ho trascorso molti anni a essere triste, durante gli infortuni ai legamenti e alla rotula… ho perso quattro anni di calcio. Non credo di aver deluso nessun allenatore, né i giocatori né i tifosi. Ma ho deluso me stesso».

Gascoigne è stato anche in riabilitazione per la dipendenza da alcol nel 2014 ed è stato anche arrestato più volte per guida in stato di ebbrezza.

«Non è il bere in sé, è il dopo, guardando il mio telefono e vedendo 30 messaggi o chiamate perse, so che sono nei guai. Ma so di essere stato bene».

Sulle riunioni degli Alcolisti anonimi ha dichiarato:

«Sono andato a una riunione l’altra sera. Sono andato con un amico».

Ora beve caffè in abbondanza per cercare di evitare l’alcol:

«È facile, cerco solo di stare lontano dai luoghi “pericolosi”».

L’ex calciatore ha anche parlato di quello che ha affrontato dopo il ritiro dal calcio:

«Dopo quello che ho passato, prigione e riabilitazione, mi è stato chiesto di essere ambasciatore per il mio Paese, non sapevo se ridere o piangere. Ci sono state alcune volte in cui ho pianto, non ci vuole molto a piangere. Ho tante cose dentro che dovrei condividere, ma ho paura. Sono però orgoglioso di tutto ciò che ho dato, soprattutto con la beneficenza».

Infine ha ribadito la sua forza di volontà a voler diventare sobrio a tutti gli effetti:

«Penso che il momento in cui cederò sarà quando sarò in una bara. Continuerò a combattere».

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