Il Fatto: per l’opzione a vendere una preziosa collezione di libri, Gravina chiese a Bogarelli di versare i 350mila euro direttamente alla figlia
Gravina, per l’acquisto della casa della figlia della compagna ci vollero due notai: il primo fu sostituito. Lo scrive Il Fatto quotidiano con Lorenzo Vendemiale.
Il Fatto scrive della abitazione
comprata qualche anno fa dalla figlia della compagna di Gabriele Gravina, nº 1 della Figc indagato per appropriazione indebita e autoriciclaggio.
Scrive Il Fatto:
Il teorema del dossier confezionato a suo carico è complesso e tutto da verificare: avrebbe incassato una provvigione su una consulenza sui diritti tv della Serie C, già raccontata dal Fatto, attraverso delle opzioni sulla sua collezione di libri antichi, per l’acquisto di un appartamento a Milano. Questo, appunto: 80 metri quadri in porta Venezia, soggiorno con angolo cottura, due camere, bagno, balcone, cantina. Prezzo d’acquisto: 650 mila euro. La figlia della compagna di Gravina lo compra a luglio 2019, un mutuo di metà importo, di cui Gravina e la compagna Francisca Ibarra (sorella dell’ex ad Sky, Maximo) sono garanti.
I due notai.
Fin qui tutto normale, anche se già sulla stipula c’è un giallo. Repubblica ha raccontato che nelle carte trasmesse alla Procura c’è anche una segnalazione (scoperta nell’ambito degli accessi illeciti) inviata dal notaio di Milano. Già, ma quale? Il Fatto ha scoperto che due differenti notai furono coinvolti: quello che aveva avviato la pratica fu sostituito prima del rogito. Pare perché avesse iniziato a porre questioni non pertinenti. Siamo riusciti a risalire alla sua identità: non ha voluto commentare ma ha negato di aver fatto alcuna segnalazione. Anche il notaio che poi ha rogitato pone il vincolo di riservatezza. Il mistero resta.
Il presunto collegamento con Bogarelli e la vicenda diritti tv
Quelli sono i mesi in cui il numero uno del pallone è impegnato a vendere una preziosa collezione di libri. Da qui il sospetto di un collegamento. A giugno 2019, infatti, Gravina concede un’opzione da 350 mila euro a Marco Bogarelli, re dei diritti tv che voleva digitalizzare i volumi, e che all’epoca era advisor della Serie C con la sua 2MG, vicina alla società ISG che firma la consulenza. Gravina chiede a Bogarelli di versare l’importo direttamente alla figlia, per l’acquisto della casa. Alla data del rogito, i 350 mila euro erano già su quel conto? Saranno comunque resi a ottobre: Il Fatto ha visionato copia del bonifico di restituzione.
La difesa di Gravina
Per la difesa di Gravina, la distanza temporale (sono passati 2 anni) smentisce il presunto collegamento con la casa e la consulenza, mentre la prima caparra non fu trattenuta. “L’immobile è stato pagato esclusivamente con soldi del presidente”, spiega l’avvocato Fabio Viglione. Rimane una questione. Se è vero che Gravina ha restituito i soldi a Bogarelli, è vero pure che li aveva presi, facendoli girare sul conto della figlia, a fronte di un contratto. Può un presidente intrattenere questo tipo di rapporti privati ed economici con un fornitore della Lega che rappresentava fino a poco prima? Di questo, oltre che agli inquirenti, il numero uno della Figc dovrà rispondere al mondo del calcio.
Gravina: «Ho chiesto io di essere indagato, era l’unico modo per difendermi» (7 marzo)
Si dice “amareggiato”, Gabriele Gravina. Indagato formalmente per appropriazione indebita e autoriciclaggio per una nodosa vicenda nata da uno dei leak del caso “dossieraggio”, il Presidente della Federcalcio si è di fatto consegnato sua sponte ai magistrati: “Ho chiesto io di essere indagato per potermi difendere contro il secondo dossieraggio, che sono le falsità di qualcuno che si diverte con veline anonime e immagino che la fonte sia sempre la stessa. Ho esibito documenti ufficiali con data certa. Tutto ha avuto risposte e riscontro. Ho chiesto l’accertamento della verità. Se ci sono responsabilità voglio capire oltre chi ha predisposto il dossieraggio e anche i nomi dei mandanti. I magistrati nemmeno ieri mi hanno rivolto accuse“.
“A livello personale c’è amarezza – continua Gravina – Mi dispiace, quando rivesti un ruolo istituzionale e ti colpiscono a livello personale poi soffri. Soffro per la mia persona fisica. Venendo attaccato sul piano della credibilità questo mette in difficoltà il sistema che qualcuno cerca di minare. Ma chi mi conosce sa che sono forte nelle mie reazioni. Questa vicenda mi renderà più forte. In tutta l’attività di dossieraggio che sta emergendo sono e sono stato la parte lesa. Perché quando si fa attività dossieraggio ci sono contenuti falsi. Pur non essendo indagato ieri ho chiesto di esserlo, una contraddizione. Ma era indispensabile da parte mia. Non per difendermi da magistrati che a me non mi hanno mai rivolto accuse, nemmeno ieri. Non ci sono imputazioni per il momento“.